La Repubblica compie 70 anni. Le benemerenze per farle festa

La ricorrenza . Premiati quattro cittadini illustri tra cui Angelo Pezzotta, padre di Silvio

Settant’anni di Repubblica italiana. Oggi si festeggia tra benemerenza a cittadini “speciali” e celebrazione di un anniversario dentro l’anniversario: il 2 giugno del 1946 in Italia le donne, finalmente, ottenevano il diritto al voto.

Alle 10.30 di questa mattina si svolgerà in piazza Repubblica la cerimonia dell’alzabandiera con deposizione della corono d’alloro ai piedi del monumento ai caduti. Alle 11, nell’aula magna dell’Università dell’Insubria di Varese, dopo la lettura del messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella saranno consegnate le medaglie d’onore ai deportati e agli internati nei lager nazisti. Prima però sarà sottolineato il traguardo raggiunto grazie alle celebri suffragette del diritto di voto alle donne. E dell’elezione

di alcune donne al Governo.
Nel 1946, per la prima volta le donne furono chiamate per la prima volta a partecipare nel nostro Paese alle consultazioni amministrative e al referendum istituzionale, nonché all’elezione dell’assemblea costituente. La partecipazione delle donne al voto ha rappresentato una tappa fondamentale nella conquista dei diritti politici e dei valori democratici, aprendo il percorso ad una crescita a livello istituzionale attraverso il riconoscimento delle istanze di cui le donne sono portatrici. Tale processo istituzionale ha, peraltro, favorito il raggiungimento di quei traguardi sociali che hanno reso il nostro Paese una democrazia avanzata. In tal senso la professoressa Gilda Ripamonti, professore di diritto penale progredito presso l’Università degli Studi dell’Insubria, delineerà, nell’intervento di questa mattina, il percorso che ha portato alla conquista del voto da parte delle donne in Italia. Seguirà la consegna delle Medaglie d’Onore, che costituiscono un simbolico risarcimento morale che lo Stato Italiano con legge del 2006 ha inteso attribuire ai cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra ed ai familiari dei deceduti.

Quest’anno saranno insigniti dell’onorificenza Angelo Pezzotta, classe 1924 e padre di Silvio Pezzotta, il cui impegno a favore di sport e disabilità non ha bisogno di presentazioni, internato nel campo di concentramento di Braushweig. Giuseppe Aflieri, classe 1915, che il 10 settembre 1943, è stato catturato dalle truppe tedesche e trasferito in Germania, prima in Prussia poi in un campo di concentramento in Bassa Sassonia, costretto al lavoro coatto in una fabbrica metallurgica. Giuseppe Cecatiello, classe 1919, che deportato in Germania fu destinato al lavoro coatto in un campo agricolo fino al 1944 e successivamente trasferito a Dresda per essere occupato in un impianto industriale. Antonio Racioppo, classe 1923; dopo l’armistizio, il suo reparto, decimo Reggimento Fanteria, avendo dichiarato fedeltà al Re è stato privato della libertà dai tedeschi che dopo averne fucilato gli Ufficiali ne hanno deportato tutti i componenti, lui compreso.