La rimandano a casa dal Pronto Soccorso. Muore nella notte in preda a forti dolori

Esposto della famiglia: «Diteci la verità». L’episodio risale a novembre, vittima una donna di 82 anni di Tradate. La Procura aprirà un fascicolo

La rimandano a casa dal Pronto Soccorso di Tradatedopo averle prescritto un lassativo: muore nella notte. «C’è il sospetto si sia trattato di un occlusione intestinale o di un’emorragia interna. I familiari hanno presentato un esposto in Procura. Vogliamo sapere la verità sull’accaduto», dice , avvocato dei familiari di una pensionata di 82 anni morta lo scorso 13 novembre.

È Caso a ricostruire gli ultimi tre giorni della donna, tra l’altro cardiopatica. «Il 10 novembre la signora, da poco operata al colon, lamenta nausea, vomito, dolori addominali e un forte dolore alla gamba – spiega il legale – viene chiamata la guardia medica che le prescrive un semplice Plasil e nulla di più». Il giorno successivo la donna sta ancora molto male e viene portata al Pronto Soccorso di Tradate alle 13. «La registrazione avviene due ore e mezza dopo, alle 15.23. È un codice verde – spiega Caso – la signora viene visitata alle 17.30, dopo 4 ore e mezzo d’attesa. Viene sottoposta a esami ematochimici e radiografia addominale. Il marito della signora viene mandato a casa a prendere le cartelle mediche».

Continua l’attesa. «La signora non può essere nemmeno accompagnata in bagno – continua l’avvocato – l’attesa è lunga e sfinisce tutti. Un medico subentrato in servizio stabilisce che non c’è blocco intestinale. La signora viene dimessa alle 20.58: le vengono prescritti lassativi e clisteri«. Nella notte tra il 12 e il 13 novembre la donna sta male. Ha forti dolori addominali. «Viene chiamata l’ambulanza – spiega Caso – la signora è totalmente assente. Arriva in Pronto Soccorso a Varese dove viene constatato il decesso».

I familiari ora voglio conoscere le cause del decesso. E una volta stabilite queste se vi sia stata colpa o negligenza da parte di chi ebbe in cura la ottantaduenne. L’esposto-denuncia è stato depositato in procura. Subito dopo il decesso l’ospedale, in autonomia e in modo legittimo,ha disposto l’autopsia sul corpo della donna. Ora i familiari chiedono di avere accesso al referto autoptico. «Vogliamo verificare che non vi sia stata negligenza», spiega Caso. Al momento quella di un eventuale occlusione intestinale o di un’emorragia interna sono delle mere ipotesi. L’accesso al referto autoptico potrà chiarire l’accaduto. I familiari potranno anche nominare dei consulenti per valutare tutto quanto eseguito sotto il profilo medico alla luce dell’esito dell’esame necroscopico.

La procura aprirà un fascicolo, quale atto dovuto, per omicidio colposo. Al momento non risultano indagati. «Ai familiari della signora interessa esclusivamente sapere la verità – spiega Caso – vogliono ovviamente capire quali siano le cause del decesso. E qualora vi fossero elementi da verificare vogliono capire se vi sia eventualmente stata negligenza durante le cure».