La riqualificazione dell’area stazioni

Il pregio del realismo amministrativo. Il commento di Max Lodi

L’idea della giunta Galimberti, messa a fuoco nel giro d’un paio mesi, di riqualificare l’area delle stazioni invece che rivoluzionarla mostra il pregio del realismo amministrativo. Mira alle necessità di un polo ferroviario destinato ad assumere importanza internazionale e, insieme, alle esigenze di un quartiere da tempo abbandonato a sé stesso. Altri due pregi: la progettazione affidata a tecnici comunali e l’esclusione del coinvolgimento dei privati a costruire, con l’obbligo di regalargli volumetrie.

C’è anche un quarto pregio, strategicamente non meno importante (anzi: appare il più importante di tutti): il tempismo nell’accodarsi ai comuni che intendono partecipare a un finanziamento statale complessivo di 500 milioni di euro per opere di ristrutturazione periferica. L’area che s’affaccia sui piazzali Trieste, Trento e Kennedy pur essendo prossima al centro cittadino -se non essa medesima centro- risulta infatti così malridotta da poter venire presentata come periferica. Di qui l’iniziativa di aderire al bando, auspicando un’erogazione di 18 milioni di euro. Renzi risponderà alla fine di novembre.

Il quinto pregio è invece ancora da acquisire. Consiste nel porre uno stop al degrado, aspettando che la vicenda, com’è nelle speranze di ogni cittadino, prenda una piega positiva.

I versanti Milano-Casula-Morosini-Como e Orrigoni-Medaglie d’oro-Piave continuano a rappresentare un problema di decoro/pulizia/sicurezza che richiama comunque soluzioni, sia pure parziali e transitorie. Quali soluzioni? Un miglior arredo urbano (in via Piave fu promesso qualche anno fa, senza mantenere nulla), maggiori controlli da parte degli agenti municipali oltre che di polizia e carabinieri, eventuali incentivi pubblici all’apertura di nuovi negozi, che per esempio il collegamento pedonale Medaglie d’oro-Piave (presto agibile, tramite una galleria condominiale) dovrebbe favorire.

Infine tali comparti residenziali/ commerciali potrebbero essere i primi a sperimentare la proposta -lanciata dall’assessore De Simone- di disponibilità volontaristica degli abitanti a curare il territorio di loro pertinenza a scopo di miglioramento della qualità di vita comunitaria.

Si può insomma far qualcosa, e addirittura molto, nei due-tre anni a venire, se questo sarà il periodo indispensabile a rinnovare l’area della stazioni, nel caso dell’ok ministeriale al progetto. Intanto dovrebbe cominciare l’opera, promossa nella scorsa legislatura, di realizzazione della pista ciclabile diretta dalla zona delle stazioni al centro e da qui a Casbeno, Bobbiate e infine alla Schiranna.

Un’eredità positiva, fra molte negative.