«La verità sui vaccini è una sola. Ed arriva da studi scientifici»

Anche Varese si divide sul decreto che vuole introdurre l’obbligo delle somministrazioni. L’Ats: «Le comunità devono essere coscienti dell’importanza di interventi che tutelino la salute di tutti, sani e fragili»

La discussione e il voto sul decreto Lorenzin, che avrebbero dovuto avere luogo ieri, sono invece slittati a settimana prossima. Si tratta della proposta di legge sul nuovo obbligo vaccinale, per il quale sono previsti circa trecento emendamenti da valutare e discutere, alcuni per altro già approvati in Commissione, per consegnare il testo alla Camera per l’approvazione definitiva che deve avvenire entro il 6 agosto.

Altrimenti, se la nuova legge sui vaccini non dovesse essere votata entro questa data, semplicemente il decreto decadrebbe, lasciando in vigore l’attuale normativa.

Intanto, a prescindere dal risultato del voto parlamentare, Ats Insubria (Agenzia di tutela della salute, ex Asl), rinnova il suo invito alle famiglie a prendere visione delle informazioni pubblicate sul sito aziendale perché «la verità sui vaccini è una sola ed è fornita da dati ed evidenze scientifiche, studiate, analizzate e valutate da ricercatori ed esperti in materia, responsabili della tutela della salute di tutti, compresa la loro», si legge nella nota inviata dalla Direzione sanitaria guidata da Anna Maria Maestroni.

Tra le novità che il decreto vorrebbe introdurre c’è quello, per le scuole, di richiedere lo stato vaccinale del bambino prima di accettare l’iscrizione. Ma a prescindere dal voto finale del Parlamento sul decreto Lorenzin, niente cambia per l’anno scolastico alle porte 2017-2018 cui i bambini sono già iscritti.

Nell’ipotesi più restrittiva, quella contenuta nel decreto licenziato a giugno, le famiglie dovrebbero fornire a settembre lo stato vaccinale dei figli, anche tramite autocertificazione.

Mentre è per ora fissato entro il 10 marzo il termine per avviare le vaccinazioni eventualmente mancanti.

Intanto tra gli emendamenti già approvati dal Senato c’è quello che riduce il numero dei vaccini obbligatori dai 12, previsti ne testo del decreto, a 10 (oltre a polio, difterite, tetano ed epatite B – già obbligatorie – anche pertosse, emofilo di tipo B, morbillo, parotite, rosolia e varicella). Se nulla cambia diventerebbero invece «consigliati attivamente» altri 4 vaccini contro meningococco B e C, anti-pneumococco e anti-rotavirus.

Inoltre, rispetto al decreto licenziato dal governo, il Senato ha già eliminato dal testo ogni riferimento al rischio di perdere la patria potestà per i genitori che non vaccino e contestualmente ha ridotto le sanzioni contro di loro.

«Vaccinare è un’occasione etica e sociale per una società che si proietta verso la sostenibilità anche in ambito sanitario – si legge nella nota di Ats – Le comunità devono essere coscienti dell’importanza di interventi che tutelino la salute di tutti, sani e fragili, avvalendosi di opportunità, come le vaccinazioni che a livello di costi-benefici sono uno degli strumenti più efficaci contro alcune malattie infettive».

Inoltre «l’approfondimento delle conoscenze in campo vaccinale ha consentito di perfezionare i vaccini esistenti rendendoli sempre più sicuri ed efficaci».