«Lega Pro? Non corriamo. Scapini ha in mente tutto il suo sogno inizia per N e P»

Giancarlo Giorgetti - Da quarant’anni al Franco Ossola

Se per poco non ci commuove isolandosi da solo sotto la tribuna per guardarsi in santa pace lo spettacolo dei distinti stracolmi in alcuni eterni minuti che ci riportano al passato di un futuro presente, seduto sul seggiolino dove segue il Varese da quarant’anni ci riesce in pieno. Basta una frase a uno di quei tifosi che fa la differenza senza chiedere nulla, solo per amore: «Splendida giornata di sole – dice guardando il cielo blu e i contorni nitidi del Sacro Monte che si fondono nei gradoni stracolmi di biancorosso –

perché papà Natale voleva vederla bene».
Papà Natale, da due anni e mezzo, non è più seduto accanto a Giancarlo per ammirare meglio, dall’alto, il suo Varese. E Giorgetti cosa pensa di questa stagione? «Meglio un’Eccellenza vinta così di una serie D magari non vinta», dice secco. «L’entusiasmo, le radici e la passione ritrovati ci porteranno più lontano di chi vuole tutto subito e poi non ottiene niente. È la storia del Varese, una goccia che scava sul marmo fino a scalfirlo. Seguiamo questa scia, il nostro destino è sempre stato scritto».
Ripescaggio in Lega Pro o serie D? «“Per arrivare da qualche parte dobbiamo seguire la nostra strada, un gradino alla volta. Il grande passo avverrà al momento giusto, quando tutto sarà pronto». Non pensiamo al “grande passo” facile da intuire, ma al prossimo: la serie D, magari nel girone A, più vicino alla storia, e non solo perché fu vinto nel 2006. «Il Varese è da A», dice sorridendo Giancarlo, e quel sorriso non ammette repliche. «Tre giocatori sono già di due categorie superiori» (Azzolin, Gazo, Giovio). E gli altri? «Ci pensa Scapini, lasciamolo lavorare: sa di calcio, è il Varese, e ha già in mente la squadra giusta, fatta su misura per noi». Già, Scapini: lo sa cosa sogna il direttore sportivo? «Inizia per N?». Per N e per P, due iniziali nello stesso nome, ed è il più grande dal 2004 ad oggi.
Ha visto che brillavano gli occhi a Claudio Milanese e Paolo Orrigoni? Quei due ci possono portare dove vogliono, se vogliono… Nessuna risposta da Giorgetti, ma altri due occhi che brillano. E non solo perché, dietro una nuvola, Natale lo stava guardando.