Licenziata dall’Agenzia Formativa. «Nessuno infanghi il mio operato»

Sonia Prevedello interviene nel dibattito scaturito dalla sua rimozione dalla presidenza dell’ente

«Se l’Agenzia Formativa è da tempo un fiore all’occhiello della Provincia, è anche merito del mio lavoro e della mia professionalità, che non consento a nessuno di infangare».

Parole di , sollevata nei giorni scorsi dalla direzione dell’ente che fa capo a Villa Recalcati. Dopo l’iniziale no comment, la dirigente affida a una breve nota il proprio disagio e l’annuncio di azioni legali tese a difendere il proprio ruolo e il proprio operato. E ai vertici provinciali, che hanno indicato la sua rimozione come logica conseguenza di una condotta che aveva già portato a diversi richiami disciplinari, la diretta interessata risponde che sì, da aprile ad agosto di contestazioni ne ha ricevute ben sette,

da lei respinte in blocco perché considerate infondate e pretestuose. Dopodiché, Prevedello elenca i motivi di vanto dell’Agenzia, forte di suoi conti in attivo, del numero di iscritti raddoppiato e della qualità di ambienti e didattica. Risultati che l’ormai ex direttore attribuisce alla squadra che ci ha lavorato e che ci lavora, ma anche a se stessa, al proprio impegno e alla propria professionalità. Inutile dire, quindi, che la battaglia tra Sonia Prevedello e l’amministrazione provinciale diventerà materia da tribunale. Ciò che invece è già diventata materia politica è l’interpretazione in chiave elettorale della sua rimozione. Secondo il capogruppo leghista: «La svolta ai vertici dell’Agenzia è dettata da un’unica paura: il presidente Vincenzi sa che il voto di ottobre lo metterà in minoranza, per questo vuole parare il colpo attraverso questa discutibile riorganizzazione interna». Insinuazioni già smentite da Villa Recalcati, che parla di questione squisitamente disciplinare senza alcun risvolto politico. Ma è chiaro a tutti come i nuovi sviluppi contribuiscano a rendere incandescente e tempestosa la tornata di metà ottobre. Il che, per un’elezione di secondo livello e per un ente ormai a scadenza, appare a dir poco bizzarro.