L’idea del cuore. «Donate del cibo e riceverete un abbraccio»

I City Angels e le Guardie Zoofile-Oipa insieme per aiutare gli ultimi e gli animali maltrattati

Cibo in cambio di un abbraccio. L’idea è geniale nella sua semplicità: nutrimento per il corpo, nutrimento per l’anima. «E un gesto concreto per ricordare a tutti che è solo il contatto umano, che è soltanto il calore del contatto, della condivisione che fa di tutti noi una comunità». Due associazioni in campo: i City Angels Varese guidati dalla coordinatrice e le Guardie Zoofile-Oipa del comandante . Ed è Tomasini a introdurre l’evento: «Da tempo pensavo ad un modo per coinvolgere il più

possibile tutti i cittadini in quello che facciamo – spiega – noi ci occupiamo di animali maltrattati. Interveniamo con gli strumenti che la legge ci mette a disposizione, ma non vogliamo che la nostra azione si fondi esclusivamente sulla repressione. Vogliamo invece informare e coinvolgere il più possibile». Tomasini e Aimini si incontrano, operano insieme (l’altro ieri notte hanno fatto un servizio di assistenza ai senza tetto insieme) e l’idea diventa realtà. «Le due associazioni divideranno un gazebo – spiega Aimini – invitando tutti i cittadini a donare cibo. Cibo per le persone meno abbienti, cibo per gli animali abbandonati oppure per quelli che con i meno abbienti vivono spesso diventando i loro unici compagni».

Il gazebo, questo è il progetto, sarà posizionato in centro: un’iniziativa così merita piazza Monte Grappa se non il tratto principale di corso Matteotti. Chiunque potrà presentarsi al gazebo portando alimenti: cibo non deperibile per le persone che hanno fame, come pasta, riso, alimenti a lunga conservazione. Cibo per gli animali abbandonati, che vivono per strada: crocchette o bocconcini per cani o per gatti, ad esempio. «Chiunque si presenterà portando del cibo – spiega Tomasini – riceverà in cambio un abbraccio dai volontari. Il nostro modo di dire grazie, di dare qualcosa in cambio per la generosità dimostrata. Ho pensato all’abbraccio perché non deve essere un pagamento, ma uno scambio. Il ritrovare un contatto umano vero, la sola cosa che permetterà agli ultimi di trovare una speranza. Le nostre due associazioni operano sullo stesso fronte: il bene comune». Aimini aggiunge: «L’abbraccio è un simbolo – spiega – è un invito a guardare oltre il telefono o il computer. Siamo persone vere. Siamo persone reali. E ci sono persone reali e vere che non hanno cibo. Che vivono per strada, con i loro animali. L’abbraccio ricorda a tutti che è soltanto il contatto umano, l’essere tutti insieme, il guardarsi, il vedere chi ha bisogno d’aiuto, che potrà davvero fare la differenza. L’abbraccio ricorderà a tutti cosa significa davvero socialità. Recuperiamo questa dimensione: cibo per il corpo, ma anche cibo per l’anima». Un’idea semplice, un’idea rivoluzionaria.