Marrone da ieri non è più l’eroe dimenticato. Varese lo ricorda

Una strada porta finalmente il nome dell’uomo che salvò la vita a tantissime persone

Era una vasta folla quella che ieri mattina si è presentata all’inaugurazione della nuova via intitolata a Calogero Marrone, il Capo dell’Ufficio Anagrafe del Comune di Varese morto nel campo di concentramento di Dachau per aver rilasciato, durante il periodo fascista e l’occupazione nazista, centinaia di documenti di identità falsi a ebrei e anti-fascisti permettendo loro di salvarsi dalle persecuzioni. Una cerimonia densa di pathos, accompagnata dai canti partigiani e dei lager e da viva commozione dei presenti soprattutto al momento in cui la targa dedicata al “Giusto

fra le Nazioni” è stata scoperta alla presenza del sindaco Davide Galimberti, di Luca Paris in rappresentanza della Provincia, del prefetto Giorgio Zanzi e dei familiari di Marrone, fra cui le nipoti Daniela e Loredana. La nuova strada, per la verità ad oggi non lunghissima e chiusa per ora dalla rete di un cantiere dove si stanno costruendo due condomini ad uso civile, si trova fra il Carrefour e la clinica veterinaria Schneider e condurrà sino al nuovo parcheggio in fieri della stazione Nord di Casbeno: diventerà dunque molto più importante per la viabilità di quello che può apparire oggi. «La delibera per questa intitolazione è stata uno dei nostri primi atti – ha dichiarato il sindaco – e per noi Calogero Marrone rappresenta l’eroe della quotidianità, poiché simboleggia fortemente quei valori di solidarietà e condivisione di cui vogliamo che Varese diventi l’esempio». A portare avanti con grande energia l’argomento dell’intitolazione, come ha ricordato il primo cittadino, è stata l’ANPI sez. di Varese – Comandante Claudio Macchi, presieduta da Margherita Giromini. L’ex direttrice didattica oggi in pensione e studiosa di storia locale ha posto l’accento sul valore dei segni rappresentati dalla toponomastica cittadina, quale disciplina nient’affatto neutra, poiché alimenta una rete di riferimenti nei luoghi vissuti che crea la nostra identità di cittadini. «Il nome di una via crea un legame fra il nostro passato e il futuro. E il cartello intitolato a Calogero Marrone – ha spiegato – ha la stessa funzione delle pietre d’inciampo: da adesso in avanti non sarà più l’eroe dimenticato del bellissimo libro di Giannantoni bensì, finalmente, un eroe ricordato». Uno dei momenti di massima intensità è stato la lettura della missiva di Marrone ai familiari partita clandestinamente su un foglietto dal carcere di San Vittore, in cui era stato rinchiuso il 7 gennaio del 1944: a darle voce Silvia Sartorio, la regista dello spettacolo “L’eroe dimenticato” allestito con la Compagnia Duse di Besozzo per le scolaresche e alla Cooperativa di Belforte. Protagonista di ponti verso l’umanità, come ha ricordato Paris, personaggio la cui importanza va ben oltre il campo varesino e provinciale, Marrone era nativo di quella Favàra, nell’Agrigentino, che oggi alimenta un nutrito numero di varesini di adozione più o meno recente, e che erano presenti in massa alla cerimonia – fra loro il consigliere del PD Giuseppe Pullara – assieme al presidente Rosario Manganella, che ha donato la tessera di socio onorario a Galimberti e a Giromini auspicando un futuro gemellaggio d’intenti fra le due città.