Molestatore seriale di badanti. In carcere un anno e otto mesi

In tribunale - In aula la «sofferta testimonianza» che ha inchiodato l’aggressore 61enne

– Si presenta a un colloquio di lavoro: viene sequestrata e molestata sessualmente. È sfuggita a una possibile violenza sessuale per un soffio: l’aggressore ieri è stato condannato a un anno e otto mesi di carcere dal collegio presieduto da Orazio Muscato. La vittima è una donna sudamericana di 54 anni. L’aggressore è un varesino di 61 anni, con una leggera zoppia e non nuovo a fatti di questo genere: quella presentata dalla cinquantaquattrenne è

la terza denuncia a suo carico nel giro di un paio d’anni. I fatti risalgono al maggio 2014. La vittima, assistita dall’avvocato Lara Paladino, costituitasi parte civile in seno al procedimento, ha letto un annuncio di lavoro online. Si cercava una badante per accudire un anziano con difficoltà di deambulazione e di mantenere in ordine l’abitazione del pensionato. In calce all’annuncio c’era il numero di cellulare da contattare per fissare un colloquio preliminare: cellulare che è poi risultato essere intestato direttamente al sessantunenne. E questo ha fornito agli inquirenti un’ulteriore prova per incastrarlo. La donna ha preso appuntamento e si è presentata puntuale al colloquio. L’incubo che è seguito di lì a poco è stata la stessa cinquantaquattrenne a raccontarlo in aula. «Una testimonianza particolarmente sofferta», ha commentato Paladino. La vittima si è ritrovata davanti il presunto possibile datore di lavoro: modi molto bruschi, sguardi lascivi e un dettaglio che ha messo in allarme l’aspirante badante. Quando ormai, però, era troppo tardi. L’uomo l’ha fatta entrare in casa facendole attraversare alcuni locali e chiudendo ogni volta la porta a chiave dietro le spalle della vittima. Una volta giunti nello studio dove avrebbe dovuto svolgersi il colloquio l’uomo ha chiuso a chiave anche l’ultima porta. Poi si è buttato addosso alla vittima, toccandola nelle parti intime e palpeggiandola. La donna lo ha respinto, si è divincolata, sentendosi dire: «Sei una scema se non hai capito qual è il lavoro. Devi fare sesso con me, ti pago 50 euro a prestazione». La donna si è vigorosamente opposta alle avances del sessantunenne che, ad un certo punto, si è chinato verso un cassetto forse per prendere un oggetto contundente con il quale costringere la vittima ad avere un rapporto sessuale. La donna ha approfittato di quell’istante per fuggire. È saltata in macchina e, terrorizzata e agitatissima, nella fuga si è schiantata contro un muro ferendosi. Per l’uomo è scattata la denuncia e ieri è arrivata la condanna a un anno e 8 mesi di carcere, contro una richiesta di un anno e due mesi formulata dall’accusa.