Nel sottosuolo della città. Dentro i rifugi antiaereo

Un’iniziativa de La Varese Nascosta e del Gruppo Speleologico Prealpino

– Un viaggio nei rifugi antiaereo della Città Giardino. Luoghi che, oggi, ad oltre settant’anni dalla fine della guerra, mettono comunque un brivido, ad entrarci. Luoghi di mistero. Che non possono non portarti alla mente la paura e la tensione di quei lontani giorni, quando la nostra Patria e i nostri concittadini soffrivano i dolori del conflitto.

Luoghi che non vanno dimenticati: sono una di quelle testimonianze che servono a mantenere viva la memoria.

L’associazione culturale “La Varese Nascosta” organizzerà nella giornata di oggi una visita in uno di questi rifugi, per l’esattezza quella a Biumo Inferiore, uno dei meno noti. Un’esperienza resa possibile dalla collaborazione con il Gruppo Speleologico Prealpino.

I responsabili del Gruppo Speleologico sottolineano come il rifugio di Biumo «sia la migliore testimonianza di come da un’enorme tragedia, qual è sempre e comunque una guerra, alla fine la natura prenda il sopravvento e crei forme armoniose sull’orrore sino ad inghiottirlo».

«Siamo impegnati anche sul fronte della divulgazione dei siti più nascosti (grotte, nella fattispecie, più nascoste di così), ma anche cave abbandonate, gallerie e sul loro mantenimento, cercando di diffondere la cultura della preservazione e del rispetto dell’ambiente carsico delle nostre Prealpi. Uno dei nostri cavalli di battaglia è l’insegnamento al rispetto delle falde acquifere che passa dai piccoli gesti che si possono compiere passeggiando sui nostri sentieri a quelli deliberati di lordare fino ad ostruire ingressi a cavità che portano a sorgenti e torrenti sotterranei».

«Con oltre 200 metri di sviluppo planimetrico, il rifugio risulta essere il più lungo tra gli otto presenti nel sottosuolo della città – spiegano dal direttivo de “La Varese Nascosta” – dotato di due ingressi e posizionato all’altezza di viale dei Mille, venne realizzato nel 1944 a seguito dei bombardamenti inglesi aventi lo scopo di distruggere l’Aermacchi, importante fabbrica di aeromobili situata in Varese. La particolarità di tale installazione sotterranea consiste soprattutto nel fatto che venne costruita quasi interamente con mattoni a vista anziché cemento armato come negli altri casi, inoltre nelle zone più interne l’infiltrazione d’acqua e lo stillicidio, uniti al buio e l’umidità, hanno favorito la formazione di numerosissime concrezioni spaghettiformi, una vera e propria “foresta” di candidi steli lunghi in alcuni casi quasi due metri, i quali rendono l’ambiente ancor più suggestivo e fiabesco».