«Onore a quegli eroi che non hanno girato la faccia»

Istituzioni, sindaci e bambini: tutti a Varese per rendere omaggio ai partigiani varesini dell’Ottobre di Sangue

«Oggi ricordiamo persone che avrebbero potuto girare il volto da un’altra parte, lottando invece per la nostra libertà. Oggi come ieri serve l’impegno di tutti perché abbiamo bisogno del quotidiano aiuto affinché la nostra città si consolidi fortemente. Dagli avvenimenti che siamo qui a ricordare dobbiamo trarre la spinta per proseguire quella strada verso la libertà. Per questa ragione sono particolarmente orgoglioso perché il comune di Varese sosterrà la produzione di un film su , dipendente comunale che di fronte all’ingiustizia ha avuto il coraggio di non voltarsi dall’altra parte».

Sono forti e tremendamente contemporanee le parole pronunciate dal sindaco di Varese durante le celebrazioni per il settantatreesimo anniversario dell’Ottobre di Sangue, cerimonia che si svolge ogni anno per ricordare i partigiani varesini uccisi durante i tragici avvenimenti del 1944. Galimberti ha voluto accanto a sé i tanti bambini presenti alla cerimonia svoltasi alle 9.30 di ieri mattina e iniziata con la deposizione all’Arco Mera, in piazza San Vittore, di una corona di alloro, a cui è seguito un corteo fino a Largo Resistenza.

Presenti anche il prefetto , la parlamentare , diversi sindaci del territorio, tra cui , oltre a diversi esponenti dell’amministrazione comunale varesina, delle forze armate, delle associazioni cittadine come l’Anpi.

Un cerimonia che celebra il sacrificio di giovani tra i 18 e i 32 anni che vanno ricordati «per il valore assoluto che il loro impegno rappresenta per noi oggi – dice , vicepresidente di Anpi Varese – Un impegno, un sacrificio che ha garantito a noi oggi la possibilità di scegliere. Ci hanno garantito la libertà. Queste persone andrebbero tutte celebrate ogni giorno perché a loro dobbiamo il nostro futuro oggi». Celebrazioni che hanno raggruppato diversi episodi della Resistenza varesina partendo dall’eccidio di Luino. Presenti i gonfaloni di tantissimi Comuni, di tutti i Comuni dove si è combattuto, dove la Resistenza è stata presente e attiva.

E con piacere tutti hanno potuto constatare che il numero dei presenti era folto. In un crescendo partito con le celebrazioni “collettive” del 25 Aprile volute dallo stesso Galimberti. «L’interesse è crescente ed è un bene – dice Zappoli – È un segnale che dà speranza. I valori rappresentati dal sacrificio di questi uomini sono vivi, sono più attuali che mai. Che ci fossero giovani e bambini è un fatto importantissimo. È un messaggio contemporaneo quello rappresentato dalla lotta di questi uomini. Un riferimento per tutti i giovani che oggi lottano in un mondo enorme: si combatte non soltanto per se stessi, ma per tutti coloro che ci sono accanto».