«Preparatevi a qualche sorpresa»

Il comizio - Ignazio La Russa in piazza (poca gente) con i candidati di Fratelli d’Italia: «Saranno 15 giorni interessanti»

Probabilmente l’onorevole Ignazio La Russa è abituato a piazze diverse: più calde, più coinvolte, e soprattutto più piene. Ieri il leader di Fratelli d’Italia è salito sul palco di piazza del Garibaldino per lanciare la lista che sosterrà Paolo Orrigoni: di certo il fatto che a un centinaio di metri di distanza Matteo Salvini stesse presentando il suo libro non ha aiutato a richiamare le folle.
A proposito di Salvini: l’ex Ministro della Difesa e l’attuale leader leghista si sono incrociati, parlati e salutati prima che ognuno si incamminasse verso i rispettivi impegni. Una stretta di mano: «Ma perché – ha arringato La Russa – pensavate che fossimo nemici?». Stretta immortalata e poi un dialogo tra i due. La Russa: «Comprate tutti il suo libro». Salvini: «Se vuoi ti faccio la dedica personalizzata». La Russa: «Ma no, me la farai quando presenterai il libro a Roma».

Poi, appunto, una breve camminata verso piazza del Garibaldino: interrotta di tanto in tanto da qualche richiesta di foto, un po’ di saluti urlati («Grande Ignazio»), un paio di mani da stringere. Sul palco sta già suonando l’Inno di Mameli e chi passa via in quel momento si ferma ad ascoltarlo («Perché – ci dice la signora Manuela – l’Inno ha sempre il suo fascino») ma poi continua a con il suo pomeriggio di shopping. C’è una lista da presentare, c’è un candidato da lanciare: Paolo Orrigoni sale sul palco di fianco a La Russa (parte di nuovo l’Inno, tutti sull’attenti). «Grazie a tutti – dice il candidato del centrodestra – per quello che state facendo e per quello che farete in questi quindici giorni di campagna elettorale»: e poi via, che anche Orrigoni c’ha da fare.

Tocca ai candidati della lista, che La Russa chiama sul palco uno alla volta («Poi però tornate giù perché altrimenti si svuota la piazza») per una battuta al volo. Emozionati (e pure un po’ impacciati, diciamolo) i neofiti, qualche bordata arriva dai pezzi grossi di Fratelli d’Italia. Carlo Fidanza ha provocato la sinistra («Ma perché Renzi non viene a Varese? Ha in mente solo il referendum…»), qualche scintilla dai candidati di “Varese Cresce” Cosentino e Clerici,

il capolista a Varese Fabio Fedi e il coordinatore Giuseppe Basile.
Poi, La Russa. Che ha fatto il politico, abile nella sua dialettica a toccare i temi più caldi. Il terrorismo internazionale («Ci hanno dichiarato guerra»), l’immigrazione («L’esercito nei porti della Libia»), la sicurezza («Vogliamo difenderci da chi ruba nelle nostre case»), fino a Varese: («I prossimi quindici giorni saranno pieni di sorprese»).
Applausi di chi era in piazza, compresa la piccola Agnese: nove mesi, nipotina di La Russa (è la bimba del figlio dell’onorevole, Geronimo e della solbiatese Patrizia). «La mia nipotina – ha detto – per la prima volta assiste a un comizio del nonno: fatele una foto, che quando sarà grande si ricorderà di questo pomeriggio varesino». In piazza, il senatore Antonio Tomassini annuisce orgoglioso e ci confida: «Ma lo sapete che Agnese l’ho fatta nascere io?».