Quegli “invisibili” sotto gli occhi di tutti

Senzatetto - Di fianco alla Varese “vetrina turistica”, c’è una città parallela fatta di degrado e di disperazione

– Gli angoli bui della Città Giardino ospitano storie più disparate. Sono tanti gli uomini e le donne che, per scelta personale o per necessità sono costretti a crearsi un giaciglio tra la sporcizia. Storie di moderni poveri, persone come tante che un errore di gioventù o un matrimonio finito male possono ridurre a vivere di espedienti ed elemosine. Oggi se si presta un pochino di attenzione a quegli angoli bui della città ci si rende conto che gli homeless aumentano.

Non solo extracomunitari, ma anche italiani che riescono a rifugiarsi alla meglio maniera ovunque ci sia un minimo di protezione dalle intemperie. Gli episodi non mancano. La stazione è l’avamposto, il luogo dove tutto comincia. Poi, basta percorrere la mappa dei luoghi dismessi e delle zone a margine, lontane da occhi indiscreti e da sguardi attenti. Basti pensare all’ex tessiturificio tra via Monte Santo e via Bainsizza, per anni rifugio di fortuna per numerosi dei senzatetto presenti in città, recentemente sigillato per impedire che i clochard continuassero a utilizzarlo come dormitorio notturno non autorizzato. Abbiamo poi il “monolocale” realizzato con cartoni in piazzale Kennedy da un uomo di origini magrebine che ormai abita il piazzale da diversi mesi. C’è anche lo “storico” giaciglio di un signore rumeno che, da circa sei anni, vive in un angolino del parcheggio sterrato di via Cimone. Senza dimenticare il signor Walter che da tempo abita in una roulotte in un parcheggio di via Collodi. Il capoluogo di provincia, in quello spaccato di “vetrina turistica” dipinta come eccellenza è anche il simbolo-icona di degrado, povertà, disperazione. A dare un po’ di conforto a queste vite al limite, l’esercito del bene combatte ogni giorno. Ha le sue basi logistiche: il centro diurno “Il Viandante”, il magazzino dei City Angels nel piazzale della stazione Nord, la mensa serale delle suore di via Bernardino Luini, la sede degli Angeli Urbani, la Caritas, la sede dell’associazione Non solo pane. Armi in dotazione: mani, voce, sorrisi. Quando attacca dà un colpetto sulla spalla, offre una sedia, un pasto caldo o scatole di alimenti a lunga conservazione. Quando difende regala un letto e una coperta. Soprattutto quando è notte ai numerosi senza casa che dormono in strada. Non fa rumore l’Esercito, è la sua caratteristica. Conquista terreno tra gli anfratti di un’umanità smarrita. Percorre vicoli, piazze, la stazione. Sa dove cercare e dopo compie la sua missione, fraternizza. A costituire le fila di questo speciale esercito ci sono i volontari, una parola che bisognerebbe scandire per ogni sillaba e ancora non basterebbe a riempirla di significato.