Quei secondi che fanno la differenza. Varese insegna il primo soccorso

Ieri in piazza Monte Grappa il corso sull’uso dei defibrillatori e sui massaggi cardiaci

Primo soccorso: Varese fa scuola di “vita” in piazza Monte Grappa. In tutto 100 studenti formati e 500 diplomati “soccorritori BLSD” (Operatore Laico di Rianimazione cardiopolmonare di base e defibrillazione precoce). È accaduto ieri in piazza Monte Grappa ed è il risultato della campagna promossa da Areu, in collaborazione con gli istruttori e i volontari istruttori di soccorso di Croce Bianca Milano, Croce Rossa, Anpas e Volontari del soccorso, arrivata in tutte le scuole della provincia.

L’iniziativa ha avuto anche il patrocinio del Comune e dell’Ufficio scolastico. Negli ultimi anni Areu ha formato 16mila “laici”, ovvero normali cittadini non professionisti o volontari del soccorso, e ha promosso la capillare diffusione di defibrillatori nei punti “nevralgici” come palestre, scuole, ma anche piazze e luoghi molto frequentati. I posti, insomma, dove, essendo maggiormente frequentati, c’è il maggior rischio di doversi confrontare con un emergenza. All’iniziativa di ieri erano presenti il direttore di Areu Lombardia , del 118, il sindaco di Varese , che si è cimentato nella prova, e l’assessore Rosella Dimaggio. «Promuovere questo tipo di cultura e di formazione è fondamentale» aveva già spiegato Guido Garzena, alla guida di Areu Varese. Negli anni sono stati formati 16 mila «laici, la prima cosa da fare è contattare il 112. Qui parliamo magari di secondi, pochi minuti, che possono fare la differenza nell’attesa dell’arrivo del personale sanitario».

Non solo: saper eseguire un massaggio cardiaco, la respirazione bocca a bocca, collegare i sensori di un defibrillatore e poi agire possono anche incidere in modo determinante sulla qualità della vita del paziente. Limitando, o addirittura annullando, eventuali danni celebrali. La stima potenziale è di circa 60 mila persone in più salvate ogni anno: questo è il numero di chi, colpito da arresto cardiaco, non avendo ricevuto un immediato intervento di primo soccorso, non ce l’ha fatta.

Piazza Monte Grappa ieri raccontava la storia di un territorio consapevole, di un territorio che ha voglia di mettersi in gioco, di imparare. Soprattutto di un territorio che ama la vita.