«Salviamo l’ex Canziani dal degrado». In commissione il futuro dell’area

Gli assessori della giunta comunale di Varese hanno relazionato ai consiglieri comunali sulla questione del trasferimento dell’istituto scolastico elementare

È stata una riunione a tratti accesa, quella della commissione congiunta Servizi Educativi – Lavori Pubblici, lunedì 17 sera, in sala Montoli: a sedersi di fronte al presidente Gaetano Iannini (Lista Galimberti), Mauro Gregori del Gruppo Misto Varese Città Ideale (richiedente la riunione) e al primo cittadino Davide Galimberti si sono trovati Rossella Dimaggio e Andrea Campane rispettivamente assessora e dirigente dei Servizi Educativi, Andrea Civati assessore e Franco Andreoli dirigente dei Lavori Pubblici; presenti Carlo Piatti per la Lega,

Carlotta Calemme per Forza Italia, Alessandro Pepe per il PD, Valerio Crugnola per i 2.0. Presenza auditrice, il direttivo dell’associazione genitori “Mia Canziani” assieme a due insegnanti di plesso (fra cui la referente Loredana Pinzetta). Oggetto del contendere: il destino della scuola primaria Canziani, della quale Dimaggio ha ricostruito lo storico recente. Stante la perizia di inagibilità arrivata come una doccia fredda al suo assessorato il 4 di luglio, ha spiegato, in un’unica terribile giornata si è dovuto procedere a pensare a tutelare la sicurezza dei bambini e del personale scolastico, risolvendo il problema di dove mandare la scolaresca dall’11 di settembre.

Sono state messe al vaglio in poche ore diverse soluzioni: disperdere le classi in vari plessi di Varese è risultato da subito inopportuno per tutelare l’identità della scuola. Così si è pensato di trasferirle in un unico edificio: il più vicino sarebbe stato la Morandi, ma apparteneva ad un diverso istituto comprensivo e si desiderava garantire la continuità con il lavoro svolto nell’organico del Varese 2. La Pascoli (che ospita attualmente 160 bambini) sarebbe stata nel comprendivo la soluzione più vicina, ma è stata esclusa per motivi numerici e al fatto che si sarebbero dovute sacrificare tre aule del doposcuola; alla fine si è optato per la “Busca” sita nella traversa di viale Aguggiari, che presentava una serie di caratteristiche simile (anche ambientali) alla Canziani, tranne per il fatto che la struttura è realizzata in maniera decisamente più solida. Le stime per il rifacimento dell’ala al pianterreno oggi occupata dagli uffici delle GEV sono di 55 mila euro: le 5 aule che se ne ricaveranno, assieme ad un’aula al piano superiore a fianco di quelle che ospitano la Don Bosco verranno pronte sicuramente per la riapertura delle scuole.

L’unico problema da risolvere, ha spiegato l’assessora, è quello di attivare il pullmino navetta per il trasporto dei bambini, che in linea d’aria è veloce (tant’è vero che è al vaglio la sistemazione per il pedibus di un sentiero esistente fra le due scuole, percorso dai bambini durante la tradizionale Marcia del Pellicano) ma che a livello di mobilità urbana, ha convenuto, non è la soluzione dei problemi. Civati dal canto suo ha ribadito come si sia dovuto prendere atto dell’inidoneità grave della scuola per quanto riguarda i problemi di carico verticale (neve) e orizzontale (vento) più ancora che per questioni sismiche (nessuna scuola di Varese è antisismica).

È in atto, ha spiegato Andreoli, un monitoraggio costante delle scuole dal 2010: l’ultima norma ad aver cambiato lo scenario risale al 2008; per questo il Comune è intervenuto tra gli anni 2010 e 2016 con una serie di verifiche statiche degli immobili scolastici con un criterio di vetustà coperto fino al 95% (mancano all’appello l’Anna Frank e la Pellico, che però non destano preoccupazioni): solamente la Canziani non ha superato la prova, mentre su alcuni edifici ci sono indicazioni di intervento ed è ciò che il Comune realizzerà all’interno del Piano Scuole presentato in primavera (costo complessivo degli interventi stimato in 6 milioni di euro). Allo stato attuale delle cose dunque tutte le scuole possono dirsi sicure tranne la Canziani, che non verrà mai più ristrutturata:

«In questo momento – ha spiegato Dimaggio – dobbiamo gestire l’emergenza, non sappiamo ancora cosa fare dell’edificio che risale ai primi anni Sessanta, ma è chiaro che non potrà più essere utilizzato a scopi sociali». Si sfata quindi il timore diffuso nel quartiere che possa diventare un centro di accoglienza in emergenza; ma nel contempo Città Ideale congiuntamente a Calemme ha richiesto che l’area dismessa non sia lasciata al degrado. «Se fossi stato sindaco io nel 2014 l’avrei chiusa già allora» ha commentato Galimberti. «Non è facile chiudere una scuola – ha chiosato Civati – e ci riproponiamo appena possibile di costruirne una nuova, di Canziani: ma a volte è necessario anche saper prendere decisioni impopolari».