«Scrivere Varés fu allora una forzatura. Il territorio va difeso con altri strumenti»

I cartelli bilingue in dialetto dividono l’opinione politica. Favorevole alla sostituzione anche l’ex assessore Stefano Clerici

I cartelli bilingue in dialetto non sembrano dividere solo il centrodestra e il centrosinistra. Perché a dirsi favorevole alla loro possibile rimozione, e sostituzione con altri messaggi, è anche l’ex assessore , esponente dell’associazione di destra Orizzonte Ideale.

«E per una volta potrei essere d’accordo con Zanzi e con la giunta – scrive Clerici in una nota – Perché scrivere Varés, a suo tempo, fu una forzatura per marcare il territorio. I tempi sono cambiati e penso che tutti abbiano capito che il territorio si difende con ben altri strumenti e il dialetto si preserva magari insegnandolo, nei modi e nei luoghi giusti».

Se ai tempi della comparsa dei cartelli (tra fine anni Novanta e inizio anni 2000), quando soffiava ancora forte nelle file del Carroccio il vento indipendentista, quei cartelli furono visti dalla destra nazionale, dalla quale viene Clerici, come un affronto all’Unità d’Italia, oggi le motivazioni dell’ex amministratore varesino sono ben altre.

«Scrivere Varés sotto al cartello istituzionale non aggiunge né toglie nulla alla nostra città – continua Clerici – è abbastanza inutile, oltreché un tantino anacronistico. Ha una sua logica, invece, spiegare a chi arriva qui da fuori che Varese è la Città Giardino, o meglio Città dei Giardini, e che vale la pena visitarli».

Di conseguenza, Clerici si dice d’accordo con la proposta che si trova inserita nei punti programmatici presentati sabato scorso dal movimento civico Varese2.0 e Progetto Concittadino, il primo dei quali esprime il vicesindaco . Uno dei punti presentati dalla due liste consiste appunto nella sostituzione di questi cartelli, mettendone altri dove risaltino le qualità di Varese, a partire dalla bellezza paesaggistica, sottolineando anche la presenza del recente festival Nature Urbane. Una proposta che sta facendo discutere molto il mondo politico varesino, che ovviamente si è diviso sulla richiesta.

«Quindi per una volta (a dimostrazione del fatto che se le proposte sono assennate non ci si oppone a priori) sono d’accordo con questa giunta, che per il resto non ne azzecca una» conclude l’ex assessore.