«Se proviamo a difenderci, commettiamo un reato…»

La polemica - Max Ferrari, storico direttore di Telepadania: «Lo stato non ci tutela, anzi ci ostacola»

«Ormai non solo non possiamo difenderci dalle aggressioni. Ma anche solo avere l’idea di potersi difendere è considerato un reato». Max Ferrari, giornalista e storico direttore di Telepadania, nonché militante leghista di lungo corso, ha le idee chiare. E soprattutto non ha paura di nascondersi o di “edulcorare” la realtà. Per lui, ci troviamo di fronte a una piena decadenza della nostra civiltà.

Un passo in avanti di sicuro, perché oggi, non possiamo nasconderlo, ci troviamo in una situazione paradossale, dove una persona viene punita solo perché cerca di difendersi. Addirittura non soltanto se arriva a difendersi, ma, come nel caso di cronaca in cui un uomo ha preso un bastone per tentare di allontanare chi stava cercando di rubare un’auto, anche solo per essersi premunito ad una possibile difesa.

È molto peggio. Di fatto siamo di fronte alla rottura del “patto sociale” che sta alla base della convivenza civile e dell’esistenza stessa dello Stato e dell’ordinamento giuridico. Ovvero, io cittadino rinuncio all’uso della forza per far valere i miei diritti, perché ci pensa lo Stato a tutelarmi. Oggi invece lo Stato non solo non mi tutela, ma schiera le Forze dell’Ordine, per fare un esempio, a tutelare chi entra abusivamente in casa, e chiude fuori il proprietario, parlando di occupazioni abusive. È molto grave.

La ritengo un’iniziativa meritevole e importante. Finché è nei limiti della legalità, e mi sembra proprio che lo sia, non si può che apprezzare una manifestazione di questo tipo. Perché serve a dimostrare che un problema esiste, e non è inventato. Se l’insicurezza dovuta all’immigrazione non esistesse, non nascerebbe l’esigenza di dover scendere in piazza a protestare. È evidente che questo problema è sentito. Ed è giusto che i cittadini lo denuncino, dal momento che le istituzioni, a tutti i livelli, sono assenti. E purtroppo anche le forze di polizia. Certo, non per colpa loro. Se le leggi non ci sono o non possono essere applicate, è ovvio che poi anche le Forze dell’Ordine tendano ad intervenire di meno.

Per esperienza personale, l’area delle stazioni. Io stesso ho assistito, nelle ore serale, a diversi casi in cui le cosiddette “risorse” molestavano le donne che passavano. In un caso addirittura uno ha seguito una donna importunandola dalla Stazione Nord per tutto il sottopasso fino a via Morosini. Nessuno si è mosso e ha fatto niente. Alla fine l’ho richiamato io, è finita a male parole tra me e lui, ma per fortuna ha lasciato in pace la donna.

Il dialogo può esserci, ma bisogna dialogare da una posizione di forza, non con le braghe calate. Questo è l’esempio che ci hanno fatto nel recente viaggio che ho fatto con Matteo Salvini in Israele. Loro sono abituati a dialogare, ma lo fanno da una posizione di forza, dalla quale puoi farti valere.

Non siamo certo come Bruxelles, ma se andiamo avanti così lo diventeremo. Il punto è proprio fare in modo di non finire come loro.

Penso che per problemi come questo ci sia la legge regionale fatta da Maroni. Il testo regola in maniera perfetta quello che si può fare e non si può fare.