«Senato di ignoranti, andiamo tutti a casa»

Laura Bignami (Movimento X) rassegna le dimissioni dopo un intervento durissimo sul ddl Cirinnà. «Se si mette la fiducia su questioni di coscienza come queste, allora cosa siamo stati eletti a fare?»

«Senato di omofobi, andiamocene tutti a casa». E la senatrice bustese del Movimento X, l’ex grillina , consegna le sue dimissioni in segno di protesta contro la «fiducia sulla coscienza» posta dal governo Renzi sul disegno di legge Cirinnà. È lei l’eroina di giornata del mondo Lgbt: «Tanto rispetto» dice di lei il gruppo “Stop omofobia e disuguaglianza”.
La legge sulle unioni civili passa con il voto di fiducia, ma senza adozione e vincolo di fedeltà. Così Laura Bignami, senatrice espulsa dal Movimento Cinque Stelle e oggi confluita nel Movimento X all’interno del gruppo misto di Palazzo Madama, non ce la fa, e annuncia le sue dimissioni.

Il suo discorso è un vero e proprio schiaffo ai colleghi che hanno accettato la soluzione della fiducia. «Signor Presidente, eccomi qui a dichiarare cosa penso di voi – le parole pronunciate in aula dalla senatrice di Busto Arsizio – provo amara delusione e pena nei vostri confronti. Volete solo vincere facile. Vi manca il coraggio delle idee, dell’onestà, di cambiare e dare una svolta al nostro mondo civile. Fate i sondaggi di gradimento di voto,

senza alcuna etica. Fate calcoli. Fate accordi sottobanco».
Un “j’accuse” senza precedenti, quello di Laura Bignami: «Quale posto trova l’onestà intellettuale in questo ragionamento? Nessuno! – afferma, nel minuto a lei concesso dal presidente – anche Barabba si salvò grazie ad una maggioranza contro una minoranza». Una difesa a spada tratta della causa Lgbt: «Loro sono una minoranza che ama, che vive in famiglia e ha già i suoi figli, una minoranza che senza stepchild e senza obbligo di fedeltà, voi avete stuprato – aggiunge Bignami – avete ridotto queste famiglie a famiglie non di serie B, ma di serie H. Togliere la fedeltà è togliere il cuore dell’amore vero. E i loro figli, che fine faranno?».

Bignami è durissima nei confronti dei colleghi che si sono piegati: «Molti di voi sono omofobi, molti trogloditi e ignoranti perché confondete l’omosessualità con la depravazione e la pedofilia. Chi passa il suo tempo su YouPorn (è la prima volta che questo termine viene “sdoganato” nei resoconti stenografici, altro record per la senatrice, ndr) non può capire che cos’è l’omosessualità».
Nel frattempo il presidente Grasso la invita a chiudere: «Voglio protestare nei modi e nei contenuti di questa fiducia su temi etici. Fiducia sulla coscienza – il punto più alto del “climax” – essa significa che non siamo capaci di fare nulla, il Senato non serve a nulla. Andiamocene tutti a casa». Lo dice con la lettera di dimissioni in mano: «Consegnerò al Presidente le mie dimissioni e sfido tutti i senatori a farlo con me, in segno di protesta, in segno di cambiamento».
Poi, mentre ancora parla, le spengono il microfono. Ma il video del suo intervento ci mette poco a diventare virale. Il video riceve una valanga di “like” e di commenti positivi. Da «stima» a «tanto di cappello», e in molti la giudicano «una donna con le palle» e le chiedono di restare, per continuare a lottare.
«Mi conoscevano già, per il mio discorso del 3 febbraio – racconta Bignami – ma siamo qui per questo. Se non si mette la fiducia sulle questioni di coscienza, cosa siamo qui a fare?». Ora qualcuno seguirà il suo esempio, dando le dimissioni? «Ma figurati – lei stessa non ci crede – rinunciare a tutto questo bottino per un’ideologia, non sia mai».
Eppure Laura, mamma di tre figli, sale sul treno per Busto Arsizio con la coscienza, la sua, a posto. Ora le sue dimissioni verranno calendarizzate in aula e discusse: è il Senato che deve approvarle prima di renderle effettive. «Ribadirò il concetto in quell’occasione» promette Laura Bignami, che si era già dimessa dopo l’espulsione dal Movimento Cinque Stelle. Ma viste le circostanze l’aula si era espressa per il “no”.