«Sì ai cellulari in classe. Per insegnarne l’uso corretto»

Il dirigente della scuola media Vidoletti, Antonio Antonellis, illustra la sperimentazione in corso

Cellulari sui banchi: sì o no? Sicuramente, facendo un sondaggio, vincerebbe il no. Anche la scuola media Vidoletti qualche tempo fa ha tentato la strada del divieto e ha sviluppato un regolamento ed emesso una circolare che vietava l’utilizzo del cellulare a scuola.
Il regolamento è ancora in vigore e prevede che l’apparecchio, se tenuto acceso in classe, deve essere sequestrato e restituito ai genitori.
Una stretta nella direzione della severità, condivisa dalle famiglie, adottata anche da altri istituti, ma che non ha convinto i ragazzi a lasciare il cellulare a casa.
Per gli studenti, infatti, è troppa la tentazione di usare il cellulare per scattare selfie con gli amici, pubblicarli su instagram, mandarsi un WhatsApp e palleggiarsi qualche contenuto sui social, che nel caso dei giovanissimi, non è mai Facebook, considerato troppo controllabile dai genitori e dai fratelli più grandi.

«Nonostante la circolare, abbiamo visto che gli studenti portano comunque a scuola i cellulari – ammette il dirigente della Vidoletti Antonio Antonellis – Il più delle volte vengono tenuti spenti in cartella, e accesi all’uscita della scuola per mettersi in contatto con i genitori. Qualche problema di uso in proprio però si è creato e, per evitare che i comportamenti scorretti possano sfociare nel bullismo, abbiamo pensato di non demonizzare lo strumento ma di affrontare il tema dell’uso del telefonino in modo diverso. Dal Ministero abbiamo avuto l’ok per formare un team di innovazione digitale che sperimenta come utilizzare il cellulare in classe come strumento per la didattica. In questo modo educhiamo all’uso consapevole di questo apparecchio, che ormai è diffusissimo tra gli studenti. Quasi tutti gli studenti hanno un cellulare che si collega a internet».

Adesso, alla Vidoletti, il cellulare viene utilizzato per scaricare lezioni, per cercare contenuti, per segnalare compiti ai compagni o per condividere informazioni, tutto sotto la supervisione degli insegnanti e con l’obiettivo di far passare ai ragazzi il concetto che il cellulare è utile se usato con consapevolezza. «Per ora è un progetto sperimentale. Abbiamo collezionato risultati positivi in materie come storia, inglese, geografia. Utilizzando google maps gli studenti hanno individuato, per esempio, il percorso dei fiumi.

Alla fine del primo quadrimestre faremo il punto sui risultati raggiunti» conclude il preside, che adesso può dire che nella sua scuola ci sono lavagne digitali, registri elettronici e smartphone usati per la didattica.
Un progetto analogo è in corso anche al liceo artistico Frattini, dove gli studenti hanno la possibilità di scaricare lezioni di lingua straniera sul proprio telefonino, impratichendosi così con la pronuncia corretta. In tutte le scuole della città, inoltre, sono in corso progetti tesi ad insegnare ai giorni i rischi legati ad uso errato del cellulare. Spesso, a queste lezioni, interviene anche la polizia postale.