«Sull’agendina di Lidia del 1983 c’è il numero di telefono di Binda». Lui sbotta: «Non è così, non è vero»

L’imputato in aula ribatte all’accusa

«Non è così, non è vero». , 50 anni di Brebbia, accusato dell’omicidio di Lidia Macchi, torna a parlare in aula. Lo fa ancora una volta per correggere l’accusa. La pm che, al fine di stabilire una relazione tra Binda e Lidia, parla di un numero di telefono segnato su un’agenda della Macchi datata 1983. Quattro anni prima dell’omicidio Lidia scrive: Stefano Binda Brebbia (Brebbia tra parentesi) con il numero 782…Binda ieri ha precisato che all’epoca il suo numero di casa era un 773. «Il 782 non è mai stato attribuito in paese – ha detto l’imputato – più avanti negli anni si è utilizzato il 97. Mai il 782. Non è mai stato il mio numero di telefono».

La precisazione, con la pm che attribuiva il numero all’imputato, ha dei riscontri oggettivi: basta guardare gli elenchi e le intestazioni dell’epoca. Quello non era nel 1983 e anche dopo il numero di casa Binda. Intestato alla madre di Stefano. E non corrisponde nemmeno al numero della sorella attivato anni dopo. Non è la prima volta che Binda prende la parola per “correggere” il tiro della pm. Era già accaduto durante l’udienza dello scorso 20 settembre. Durante l’udienza Binda si era fatto avanti per chiarire che l’acronimo “Idi K”, utilizzato per scrivere nel blog “Magre Sponde”, associazione di Brebbia a cui aderisce, significa semplicemente “I don’t know”. Io non so, in inglese.

«Non volevo risultare saccente, visto che si trattava di un sito ad argomento letterario e così ho usato quella sigla» ha spiegato in aula. Una nota di polizia giudiziaria accostava la scritta “Idi K” alle “Idi di marzo”, episodio storico noto per la morte di Giulio Cesare, assassinato a coltellate. Era un equivoco e la procura generale l’ha sostanzialmente riconosciuto. Il fatto del numero di telefono è importante perché secondo l’impianto accusatorio Lidia e Binda avrebbero avuto una relazione molto stretta.

Altrimenti non si potrebbe spiegare, sempre in base all’impianto accusatorio, quel rapporto sessuale avvenuto dai 10 ai 15 minuti prima dell’omicidio. Il primo rapporto di Lidia. Di questo particolare legame però non c’è traccia. Nessuno dei testi interrogati, che all’epoca erano amici di Lidia o di Binda, ha dichiarato che tra i due ci fosse un rapporto stretto. Si erano incontrati alle riunioni di Gioventù Studentesca, nulla di più. Una conoscenza superficiale alla quale mai Lidia avrebbe rivolto un gesto tanto forte come un rapporto sessuale. Sempre secondo l’i pianto accusatorio Lidia avrebbe voluto salvare Binda dalla tossicodipendenza che lo affliggeva: anche in questo caso nessuna traccia del fatto. , la mamma di Lidia, ha dichiarato in aula di non aver mai sentito la figlia nominare Binda. Ne che Binda fosse tra gli amici di Lidia che abitualmente frequentavano casa Macchi. Ha detto, la madre di Lidia, che la figlia era innamorata di un altro giovane, per stessa ammissione della ragazza. Al momento legami diretti tra Lidia e Binda non ne sono emersi in sede processuale.