Trent’anni dopo la crescita continua: «Faremo volare ottomila comuni»

Tanti auguri Internet - Il 30 aprile 1986 la prima connessione. E ora Eolo ci spiega dove arriveremo

– Internet in Italia compie trent’anni: «Ora portiamo la banda ultralarga anche nelle piccole realtà. È un fattore fondamentale per la competitività del Paese degli ottomila Comuni». La nuova frontiera per il futuro della Rete la delinea , fondatore di Eolo Spa, azienda-simbolo in provincia di Varese rispetto all’innovazione portata da Internet. Era il 30 aprile del 1986 quando l’Italia per la prima volta si connetteva ad Internet. Tra i pionieri, anche se “arrivato” nel campo qualche anno dopo, c’è a pieno titolo, patron di Eolo (azienda che oggi ha più di 260 dipendenti e fattura 57 milioni all’anno), che alla fine degli anni 80 realizza il suo primo progetto con un Commodore nel suo garage di Malgesso e nel ’94, a 21 anni, fonda SkyLink, il primo Internet Service Provider della provincia di Varese.

Oggi, dall’Internet Day, Luca Spada si aspetta soprattutto novità sul fronte dei bandi per la “banda ultralarga” che il governo ha annunciato che lancerà. «Circa un miliardo di euro di investimenti nelle prime 4-5 regioni, tra cui la Lombardia, per raggiungere l’obiettivo di portare i 30 Mega a tutti e i 100 Mega al 50% della popolazione entro il 2022 – spiega Spada – quelli su cui punteremo in maniera esplicita sono i cosiddetti “Cluster

C” e “D”, 7600 Comuni per il 54% della popolazione dove i grandi operatori ritengono fallimentare l’investimento infrastrutturale». È qui però che Eolo, in primis in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, ha il suo zoccolo duro di clienti. «Vogliamo aumentare la qualità della rete, arrivando a portare i 100 Mega con un misto di tecnologie wireless e fibra ottica – illustra il numero uno di Eolo – In prima istanza la fibra ottica verrà portata ai ripetitori, per consentire di aumentare la velocità anche via wireless, e in un secondo step, che potrebbe essere tra qualche anno, dal ripetitore, per arrivare dentro le case. Ma in modo opportunistico, ovvero quando inizia ad esserci un’aggregazione di utenza tale per cui la fibra ottica si ripaga, la Bts diventa ibrida e dà funzionalità sia wireless sia fibra». La rivoluzione della «vera fibra ottica (che non è la Vdsl che oggi arriva nelle nostre città sul vecchio doppino di rame, ndr) fin dentro casa» inizierà ad essere sperimentata sempre in provincia di Varese, in un Comune sul lago, con un progetto pilota di “Ftth” (Fiber-to-the-home) su tutto il territorio.

È questa la frontiera del futuro: «L’Italia è il Paese degli ottomila Comuni, dove più di metà della popolazione vive in Comuni con meno di 2.500 abitanti, che da un punto di vista infrastrutturale non sono al passo con le grandi città – sottolinea Spada – Ci sono aziende che non riescono a rimanere competitive e pensano ad andarsene, ma dotare delle stesse possibilità infrastrutturali tutto il territorio permetterà di valorizzare i nostri piccoli Comuni, far restare le imprese dove sono nate e pensare che ne arrivino di nuove». Il che, per certi versi, è un processo inverso di quello che sta facendo Whirlpool, lasciando Comerio per il Distretto Expo. Sarà quindi la banda ultralarga la salvezza di un sistema economico basato sulla piccola impresa diffusa? «Salvezza è una parola grossa – ammette Spada – ma oggi internet è uno dei fattori di competitività, senza il quale non si può fare impresa, al pari dell’energia elettrica. Non bastano energia elettrica ed internet per fare automaticamente un’impresa di successo, ma se non ce li hai, non puoi nemmeno pensare di partire».