Varese o Varés?

La Giunta vuole togliere i cartelli stradali in dialetto, l’opposizione va all’attacco. Eliminarli sarebbe davvero un affronto alle nostre tradizioni? Lasciarli dove sono sarebbe un problema?

«Ma per favore, stanno montando una polemica sul nulla. Nessuno ha paura del dialetto, vogliamo solo rendere Varese più attrattiva».

Il vicesindaco è sotto attacco, da parte delle minoranze di centrodestra, per la proposta di rimuovere i cartelli bilingue presenti agli ingressi della città, con la traduzione di Varese in dialetto.

Una proposta, quella formulata dalle liste civiche Varese2.0 (di cui Zanzi è espressione) e Progetto Concittadino, che non nasce, tuttavia, da una sorta di volontà di eliminare i segni delle precedenti amministrazioni. Questo il messaggio che il vicesindaco ci tiene a lanciare.

«Noi semplicemente vogliamo che chi arriva a Varese sappia già, appena entra, quale sia la caratteristica principale che contraddistingue e rende attrattiva la nostra città – sottolinea Zanzi – trovare sotto i cartelli di ingresso semplicemente la traduzione del nome della nostra città in dialetto non dà nessun valore aggiunto, non qualifica quello che si può trovare a Varese. Mettere invece un cartello che diffonda un messaggio come “Varese la Città Giardino” ha invece un forte valore di richiamo per il turismo. Tutto qui».

Zanzi replica quindi agli attacchi di Lega e Forza Italia, sottolineando come «sono cresciuto con mio padre che parlava dialetto, io stesso lo conosco molto bene. E l’altro giorno, in occasione della Giornata Nazionale dell’Albero, ho voluto che si leggessero poesie in dialetto. Questo ha valore. Non come le parole di questi signori che non sanno fare altro che polemizzare sul nulla. Qui nessuno ha paura del dialetto. Anzi, lo conosciamo molto bene».

L’esponente di Varese2.0 replica dopo i nuovi attacchi arrivati da parte di Forza Italia Donne. Solo gli ultimi in ordine di tempo, perché da qualche settimana, in città, riemerge a fasi alterne il dibattito tra chi vuole tenere gli attuali cartelli e chi invece vorrebbe rimuoverli.

E il vicesindaco aggiunge come sia «assurdo che io venga attaccato per un argomento del genere. Capirei, nell’ambito della dialettica politica, se le critiche arrivassero su atti importanti, come il nuovo regolamento di polizia urbana, o su provvedimenti che sono incisivi per la vita della città. Qui potremmo dare vita ad una serio dialogo e confronto. Ma essere criticato in questo modo per la proposta di sostituire dei cartelli, e solo nell’ottica di potenziare il richiamo e l’attrattività di Varese, è veramente assurdo. E dimostra come chi fa queste polemiche non abbia proprio altri argomenti. E cerchi di buttare sempre tutto in caciara».

L’obiettivo è quindi quello di «far passare sempre di più il messaggio delle bellezza di Varese, di associare il nome della nostra città a quello dei parchi e delle ville che la rendono famosa». Dopo la prima edizione del Festival del Paesaggio “Nature Urbane”, per il quale Zanzi ha svolto un ruolo di primo piano, la volontà è quella, infatti, di continuare a coltivare questa ricchezza varesina, per rendere la Città Giardino sempre più degna del proprio soprannome.

«Ci tengo inoltre a ricordare – aggiunge il vicesindaco – che come amministrazione stiamo lavorando a tantissimi provvedimenti per migliorare la città. Il fatto che veniamo attaccati su temi come questo dei cartelli dimostra come l’opposizione non abbia altri basi, ovvero basi serie, per poter criticare il nostro operato».