Al confine con documenti falsificati. In manette ricercato in tutta Europa

Il controllo incrociato al valico lo ha incastrato. Resta da chiarire cosa venisse a fare in Italia

Fermato al valico per un controllo: arrestato per uso di documenti falsi. Gli agenti della squadra mobile di Varese e della polizia locale del Monte Orsa hanno arrestato un cittadino romeno di 23 anni, colpito da mandato di arresto europeo. Il ragazzo aveva appena fatto ingresso in Italia tramite il valico Ligornetto-Clivio a bordo di un’autovettura con targa tedesca insieme a due suoi connazionali.

Il giovane credeva molto probabilmente di riuscire a sfuggire ai controlli. Ha però sbagliato i suoi calcoli: le verifiche, già normalmente molto serrate, si sono ulteriormente intensificate negli ultimi mesi. La vettura con i tre ragazzi a bordo è stata subito notata e sottoposta a un doppio controllo incrociato da parte delle autorità italiane e di quelle svizzere. Il controllo ha immediatamente rivelato che sul ventitreenne pendeva un mandato di cattura europeo tra l’altro per l’utilizzo di documenti contraffatti. Documenti fasulli, insomma. Per lui sono immediatamente scattate le manette.

L’indagine non è affatto finita, però. Da capire il perché il giovane stesse venendo proprio in Italia. La circolazione di documenti fasulli è tenuta sotto stretto controllo. Negli ultimi anni, con l’aumento dei flussi migratori e lo spostamento in Europa di migliaia di persone, è fondamentale per le autorità di controllo sapere con certezza l’identità di chi arriva e di chi si sposta attraversando le varie frontiere. Il fatto che il giovane, specializzato per proprio nell’utilizzo (e forse anche nel traffico a questo punto) di documenti falsi fosse diretto in Italia provenendo dalla Svizzera a bordo di un’auto con targa tedesca ha spinto gli inquirenti ad approfondire. A verificare se il ventitreenne dovesse magari fornire falsi documenti a qualcuno diretto poi altrove con un’identità fittizia.

Gli accertamenti sono in corso. Anche per verificare il percorso seguito dal giovane. Ovvero capire da dove venisse, oltre che stabilire quale fosse la sua destinazione finale. Il giovane evidentemente è abituato a spostarsi moltissimo: di qui il mandato di cattura europeo. Chi lo ha spiccato ha previsto che il ventitreenne avrebbe cercato quanto meno di varcare dei confini. Così è stato e sono scattate le manette.