Miasmi, la protesta non si ferma. Ma stanno per partire i controlli

I cittadini si fanno sentire sui social. Il sindaco incontra l’Arpa: «Siamo al lavoro»

Tornano a farsi sentire, tramite i social network, le proteste per i miasmi avvertiti in alcune zone di Gavirate, ma per fortuna qualcosa ha iniziato a muoversi per far partire i controlli come chiesto dagli stessi cittadini, che hanno anche promosso una raccolta firme e presentato un esposto ai carabinieri. Richiesta avanzata anche dalla minoranza e dall’associazione ambientalista Amici della Terra, che sta seguendo da vicino la questione.

Una nuova ondata di cattivo odore, alcuni giorni fa, oltre che nelle solite vie Milano, Vignacce e Ticino, si è fatta sentire, nel tardo pomeriggio, anche in altre zone di Gavirate, come Voltorre e anche viale Verbano al confine con il territorio comunale di Cocquio Trevisago. Su Facebook, sulle pagine di “Sei di Gavirate se”, diversi cittadini hanno denunciato ancora una volta difficoltà a respirare e l’obbligo di tenere chiuse le finestre a causa del forte odore di fumo che pervade l’aria.

Le ultime segnalazioni sono di un paio di giorni fa, soprattutto nel tardo pomeriggio e anche la direzione in cui soffia il vento influenza ovviamente la situazione; i cittadini invocano l’intervento del Comune, della polizia locale e anche dei carabinieri per accertare la provenienza dei miasmi. «È una settimana che non si può uscire di casa, qualcuno intervenga» afferma Manuela. «La puzza di fumo è insopportabile – denuncia Marisa – le finestre sono chiuse, ma non si respira comunque».

Sul fronte dei rimedi e soprattutto per individuare il metodo corretto per capire composizione e origine dei miasmi sembra muoversi finalmente qualcosa. «Abbiamo avuto alcuni giorni fa una riunione tecnica con i rappresentanti di Arpa che verrà nuovamente convocato il 23 settembre» spiega il sindaco di Gavirate Silvana Alberio.

I firmatari della petizione, la minoranza e l’associazione Amici della Terra hanno chiesto l’installazione di centraline di monitoraggio mobili per capire una volta per tutte la composizione e la provenienza dei miasmi. «La questione non è così semplice – afferma la prima cittadina – occorre capire qual è la modalità migliore per monitorare l’aria; ci sono diverse zone industriali anche di altri Comuni che vanno prese in considerazione».

Lavoro tutt’altro che facile e rapido insomma, anche perché sbagliare il monitoraggio significherebbe non risolvere il problema. «Quello che mi preme comunicare ai cittadini è che la situazione non è ferma, ma che stiamo lavorando per trovare una soluzione al di là dell’emotività personale – prosegue la Alberio – il tavolo tecnico c’è e sta lavorando per individuare la soluzione migliore».

La riunione di settimana prossima servirà a inquadrare meglio la situazione che non riguarda solo Gavirate ma anche le zone industriali di Cocquio Trevisago e Bardello. L’odore che i cittadini denunciano assomiglia a quello della gomma bruciata; circoscrivere il più possibile, per scegliere ad esempio anche quali filtri di rilevamento usare è un altro fattore molto importante.