Muore annegato nel lago nella spiaggia “vietata”

Ventisettenne di origini ivoriane tradito dal fondale

Il bagno di Ferragosto si trasforma in tragedia: giovane di 27 anni, residente a Castronno, annega nelle acque del lago Maggiore a Punta Vevera vicino ad Arona. La vittima è stata tradita dal fondale scivoloso e che si inabissa a picco non lontano dalla riva.

Il fatto è accaduto poco prima delle 13 dell’altro ieri. La vittima è Botti Bi Guy Armel, 27 anni originario della Costa d’Avorio, immigrato in Italia quando era adolescente e da anni residente a Castronno.

Secondo quanto ricostruito sinora il giovane, che non sapeva nuotare molto bene, ha iniziato a camminare sulla riva del lago per bagnarsi e trovare refrigerio dal caldo. Si è allontanato dall’argine di alcuni metri non sapendo che in quel punto il fondale, oltre ad essere scivoloso, sprofonda in una sorta di buca.

Sulla spiaggia erano presenti decine di bagnanti che, incuranti così come il ventisettenne dei numerosi cartelli di divieto di balneazione, si tuffavano tranquillamente nelle acque del lago. Per il ventisettenne si è trattato di un istante: il giovane è sprofondato e è stato “risucchiato” dalla corrente. Molto probabilmente è stato colto da malore perdendo conoscenza senza più riuscire ad emergere.

Molti bagnanti, accortisi di quanto stesse accadendo, si sono buttati in acqua per cercare di salvare il ventisettenne. Riuscendo a raggiungerlo prima che il corpo sparisse trascinato dalla corrente e riportandolo a rivo.

Armel era privo di conoscenza. Un volontario del soccorso, libero dal servizio che si trovava sul posto per una passeggiata, ha cercato di rianimarlo mentre sulla spiaggia arrivavano i mezzi del 118 e i carabinieri, oltre ai vigili del fuoco e alla guardia costiera. Per il ragazzo non c’è stato nulla da fare. I medici non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. La salma è stata trasferita all’obitorio del Santissima Trinità di Borgomanero.

Incredibilmente, nonostante l’accaduto, terminata l’emergenza in molti sono tornati a tuffarsi nelle acque del lago in quel punto. Una porzione di lago dove non soltanto è vietato immergersi in quanto pericolosa, ma che è stata segnalata anche per l’inquinamento dalla Goletta Verde dei Laghi di Legambiente. Lo scorso anno due sono stati gli annegati in quel punto a distanza di una decina di giorni, un cittadino dello Sri Lanka e un senegalese. È stato dopo quella duplice tragedia che l’Amministrazione comunale ha disposto il controllo da parte dei vigili e ha fatto apporre più cartelli in quattro lingue che intimano il divieto di balneazione. L’incidente mortale è avvenuto sotto gli occhi di alcuni familiari ed amici di Armel che si trovavano con lui per trascorrere il Ferragosto tutti insieme.