Profughi, sindaci in campo «Accoglienza non business»

L’emergenza - I primi cittadini Aimetti e Passera scrivono ai colleghi: «Attiviamo piccoli progetti per i migranti». Sul tema nelle scorse ore
è arrivato anche il monito di Papa Francesco

Una lettera a tutti i colleghi sindaci della provincia di Varese, per invitarli ad attivare nei loro Comuni dei piccoli progetti di accoglienza diffusa. Mittenti i due portavoce della Rete Civica dei sindaci per l’accoglienza , primo cittadino di Comerio e, sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca. Il tema dell’immigrazione e dell’arrivo dei profughi anche sul nostro territorio è sempre all’ordine del giorno; un richiamo sul tema è arrivato proprio nelle scorse ore anche da Papa Francesco che ne ha parlato davanti alle più

alte istituzioni europee.
«Anche nel corso del 2016, le nostre coste potrebbero diventare il punto di arrivo di molti uomini, donne e bambini che fuggono da guerra e miseria – premettono i due sindaci portavoce, che nei rispetti Comuni hanno messo in atto dei progetti di accoglienza di migranti richiedenti asilo – le recenti vicende politiche europee, non inducono a pensare che nel breve periodo potranno essere trovate delle soluzioni strutturali a tale fenomeno epocale».

I Comuni della provincia di Varese non possono chiamarsi fuori; la Rete civica dei sindaci vuole al contrario farsi parte attiva nel promuovere progetti di accoglienza in tutti i paesi del varesotto. «Vogliamo mettere a disposizione di altre amministrazioni comunali le nostre positive esperienze di accoglienza» affermano Aimetti e Passera. Per questo motivo, la Rete dei sindaci invierà nei prossimi giorni, a tutti i primi cittadini dei Comuni del nostro territorio, una missiva.

«Li inviteremo ad attivare piccoli progetti di accoglienza diffusa nei loro Comuni – spiegano i due sindaci portavoce – spiegando come questa tipologia di progetti non abbia nulla a che vedere con le speculazioni economiche che, in alcuni casi sporadici, hanno visto come protagonisti alcuni enti o cooperative». Le polemiche sorte ad esempio a Caravate, con il progetto Villa Letizia e più recentemente a Luino, con l’arrivo di profughi nella ex casa famiglia, con il sindaco a sollevare proprio il problema del “business dei migranti”, sono ancora fresche.
La Rete civica dei sindaci è pronta a mettersi a disposizione delle amministrazioni comunali che volessero sviluppare dei progetti di accoglienza diffusa, ovvero di piccoli nuclei di migranti, che secondo la Rete dei primi cittadini varesotti è lo strumento più adatto per favorire l’inserimento sociale dei profughi, basato quindi su pochi numeri. «Saranno resi disponibili per le amministrazioni comunali interessate, tutti i documenti predisposti al fine di attivare una gestione concreta, virtuosa e non assistenziale dell’accoglienza per costruire ponti e non muri» concludono Aimetti e Passera.