Truffa dell’acqua contaminata. A Lonate raggirato anche un disabile

Ad agire, probabilmente, una banda ormai collaudata: “colpi” simili anche a Rovellasca e Turate

I truffatori dell’acqua contaminata al mercurio hanno raggirato nelle ultime ore un disabile a Lonate Ceppino. Davvero senza scrupoli la coppia di balordi che già da qualche giorno sta imperversando tra le province di Como e di Varese. Sono, infatti, già diversi gli anziani raggirati con la stessa tecnica dell’acqua inquinata. L’ultimo in ordine di tempo si è verificato a Lonate Ceppino. Un episodio ancora più sgradevole considerando che la vittima è stata una persona disabile. Una vicenda indegna sulla quale i carabinieri della Tenenza di Tradate, coordinati dai colleghi della Compagnia di Saronno, stanno ancora cercando di fare chiarezza.

La tecnica utilizzata sarebbe sempre la stessa: il campionario delle truffe è sempre più vasto, ma visto che la tecnica aveva funzionato altre volte nel raggio di pochi chilometri di distanza, non c’era motivo di cambiarla. I due, in veste di addetti alla rete idrica, si sono introdotti all’interno della casa nella quale si trovavano gli anziani. Si sarebbero subito messi all’opera all’esterno della struttura, effettuando degli accertamenti ai contatori per poi spostarsi all’interno della casa. I finti idraulici avrebbero raccontato alla vittima che dovevano effettuare dei controlli più approfonditi per accertare la presenza di mercurio nell’acqua.

Una truffa ormai inflazionata, eppure sempre molto efficace oltre che redditizia. Il colpo, infatti, avrebbe fruttato parecchio tra contanti e gioielli, anche se una quantificazione esatta del bottino non è stata ancora effettuata. A quel punto con il malloppo in pugno se la sono svignata facendo perdere le tracce. Potrebbe trattarsi delle stesse persone che poche ore prima avevano colpito in alcuni Comuni della Bassa Comasca, in particolare tra Rovellasca e Turate. Tecnica praticamente identica: a Rovellasca i due finti addetti alla rete idrica hanno fatto nascondere in un frigo oggetti in oro e contanti per un valore superiore complessivamente ai 10mila euro,

raccontando la storiella che altrimenti i preziosi si sarebbero rovinati a contatto con le onde elettromagnetiche impiegate durante le operazioni di bonifica dell’acqua contaminata. Una scusa che ha già fruttato parecchi soldi. Lo stesso è accaduto poche ore più tardi a Turate, ma in quel caso la pensionata ha intuito fosse vittima di un raggiro e non è caduta nella rete mettendo in fuga i truffatori.