Tutti insieme per Gianluca. Già raccolti 100 mila euro

Il ragazzo, rapinato e avvelenato in Laos, è in coma: per le cure donazioni da ogni parte d’Italia

Avvelenato e rapinato in Laos: migliaia di donazioni alla famiglia da tutta Italia per sostenere le costosissime cure ospedaliere e riportare a casa la giovane vittima. Raccolti 104mila euro in cinque giorni: «serve altro denaro per saldare la degenza giornaliera in ospedale».

Insegnante di 36 anni e residente a Venegono Inferiore, era in viaggio nel sud-est asiatico tra Loas e Thailandia quando, secondo quanto ricostruito dai familiari, è stato aggredito e rapinato. «L’aggressione è avvenuta una settimana – spiega , amico fraterno di Di Gioia e “collegamento” con i familiari del trentaseienne volati in Loas non appena avvertiti dell’accaduto – è stato trovato dalla polizia in un paesino laotiano al confine con la Thailandia. Era sdraiato sulla strada sotto la pioggia privo di conoscenza. Da quanto hanno accertato la madre e il fratello sinora è stato avvelenato e poi rapinato. Chi lo ha aggredito, magari facendogli ingerire la potente sostanza tossica con un semplice bicchiere d’acqua, gli ha poi sottratto il cellulare e la carta di credito abbandonandolo per strada. Non sappiamo per quanto tempo Gianluca sia rimasto lì, sotto la pioggia, senza soccorsi».

Di Gioia da sette giorni è ricoverato al Bangkok Hospital di Udon Thani. «Gianluca è in coma farmacologico – spiega Labollita – Oggi (ieri per chi legge, ndr) ha avuto dei piccoli segnali di miglioramento. Due giorni fa, però, hanno provato a risvegliarlo senza esito».

A questo punto sorge anche un problema economico non indifferente: Di Gioia non può, viste le delicate condizioni di salute, essere al momento trasportato in Italia. Trasporto che da solo in ogni caso «avrà un costo elevatissimo – spiega Labollita – I 104 mila euro raccolti sinora – aggiunge l’amico – saranno utilizzati per far fronte a questa spesa. Purtroppo i familiari devono sostenere costi di degenza quotidiani che vanno dai 2.500 ai 3mila euro».

Ogni prestazione medica fornita, e nel caso del trentaseienne si tratta di cure di alto profilo, deve essere pagata. «Serve una flebo? – spiega a titolo d’esempio Labollita – Devi pagare ago, medicinale e prestazione infermieristica”. Ogni giorno il salvare la vita di Gianluca comporta costi elevatissimi.

Labollita, di concerto con i familiari, ha creato il gruppo Facebook Aiutiamo Gianluca-Il Digio inizialmente sperando di coinvolgere tutti gli amici del giovane in una raccolta fondi per aiutare la famiglia.

«In poche ore il gruppo ha superato le 5mila adesioni – spiega Labollita – un numero incredibile di donazioni piccole e grandi da tutta Italia. Un’ondata di solidarietà da parte di perfetti sconosciuti che ha commosso i familiari». Le donazioni continuano intanto.

In campo anche due amministrazioni comunali. Quella di Venegono Inferiore, che sta cercando in ogni modo di fare da supporto ai familiari, mentre parte del ricavato del Septemberfest (tradizionale festa venegonese di fine estate) sarà donato ai familiari di Di Gioia per riportarlo a casa, e quella di Cavalturno, nel palermitano, paese nativo dei genitori di Gianluca. «Il Comune nel riferire che farà la sua parte partecipando alla sottoscrizione, invita tutti i cittadini che volessero sottoscrivere somme in danaro a farlo seguendo le indicazioni contenute nella pagina Facebook Aiutiamo Gianluca», si legge in una nota dell’amministrazione siciliana.

Per donare: IBAN: IT08N0305801604100571302038
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