Amore consenziente o plagio di minore? Condanna pesante per un cinquantenne

Quattro anni e 50 mila euro di provvisionale per un dipendente comunale

Si innamora di una minorenne (all’epoca dei fatti) e minaccia i genitori di lei che si oppongono alla relazione.

Non solo: per l’accusa l’uomo, oggi cinquantenne dipendente di un Comune alle porte di Varese, avrebbe anche maltrattato la ex moglie, non versandole gli alimenti dopo il divorzio. E avrebbe utilizzato l’auto del Comune di cui è dipendente per andare a trovare in ospedale l’amata, sempre minore, finendo così per commettere il reato di peculato d’uso. La condanna severa è arrivata ieri dal collegio presieduto da : 4 anni in primo grado e 50 mila euro di provisionale per le parti civili.

«Il mio assistito guadagna 1.200 euro al mese – ha detto il difensore – con una condanna a 4 anni perderà il lavoro. Questa sentenza lo stritolerà».

La relazione tra la giovane e il forse ex dipendente comunale era consenziente. La ragazza, divenuta maggiorenne, è di fatto diventata la compagna dell’uomo a tutti gli effetti.

La coppia ha anche avuto un figlio. La relazione era osteggiata dai genitori di lei preoccupati per quel legame tra la figlia tanto giovane e quell’uomo di quasi 30 anni più vecchio.

Secondo l’accusa il cinquantenne avrebbe reagito a questo opporsi con minacce e insulti ai danni dei genitori dell’amata. Sarebbe arrivato a seguirli e a spiarli anche con l’uso di un binocolo per poterli controllare.

Lui ha asserito di aver soltanto voluto vedere l’amata a distanza. Sempre per la procura, le indagini sono state coordinate dal sostituto procuratore , l’uomo avrebbe anche plagiato la ragazza in modo che lei accusasse di maltrattamenti i genitori. Abusi, così ha riscontrato l’inchiesta, in realtà mai subiti.

Per l’accusa la giovane avrebbe accusato falsamente i genitori sotto l’influenza di quel compagno più grande. Che non ha esitato a utilizzare un mezzo comunale per correre da lei ricoverata in ospedale.

Ieri è arrivata la condanna. «Faremo appello sicuramente – è il commento del difensore. – La giovane era consenziente. Non c’è stato alcun plagio. Prova ne è il fatto che il mio assistito e la compagna sono stati a lungo insieme. Hanno avuto un figlio, quando la ragazza era ormai maggiorenne. La relazione è andata avanti nonostante tutto».

Viazzo aggiunge: «Con una condanna del genere il mio assistito rischia di perdere il lavoro. E anche qualcosa di più i portante».

Soddisfatte le parti civili rappresentate dagli avvocati e. La corte ha accolto in toto la richiesta del pubblico ministero. Una condanna a 4 anni è stata chiesta, una condanna a 4 anni è stata comminata. «Anche l’accusa di peculato – continua Viazzo – il mio assistito era già a Varese cn quell’auto per svolgere un servizio per l’ente per il quale lavora. Ha fatto meno di due chilometri per raggiungere la compagna ricoverata in ospedale. Sempre a Varese».