Bernardo Sartorio potrà riposare per sempre tra i suoi amati monti

Le spoglie dell’alpino al cimitero di Graglio: sabato il rito funebre di suffragio per un eroe da non dimenticare

In un tempo dove persino la figura di Anna Frank viene sporcata dal razzismo degli ignoranti, assume ancora più significato la storia dell’alpino , morto di stenti nel 1944 in un campo di concentramento nazista, le cui spoglie sono tornate finalmente nella sua terra d’origine a Maccagno con Pino e Veddasca.

Ad accogliere Bernardo, che nacque a Graglio il 10 ottobre del 1912, ci saranno i suoi familiari, le autorità civili e militari, gli alpini e tanta gente comune, i quali sabato parteciperanno al rito funebre di suffragio, che avrà luogo alle 10.30 nella chiesa dedicata ai Santi Gervaso e Protaso.

La vicenda umana e famigliare di Bernardo Sartorio è un monito per chi oggi ancora considera il nazismo un incidente della storia. Nato a Graglio nel 1912, Bernardo nel 1935 sposa ; dal matrimonio nascono due figlie, Assunta nel 1937 e Renata nel 1941; durante la seconda guerra mondiale, Sartorio viene arruolato nel 20o Reggimento Alpini Sciatori Battaglione Intra.

Durante il conflitto fu fatto prigioniero e internato dai tedeschi in Germania a Baumholder in Renania insieme a suo cognato Cleto Monaco; al momento di dichiarare ai suoi aguzzini quale mestiere svolgesse da civile, pur essendo muratore si dichiarò contadino sperando di riuscire a trovare qualche buccia di patata da mangiare e non morire di fame. Fu invece costretto a lavorare in miniera; morì il 19 dicembre del 1944 per gli stenti e il lavoro massacrante.

La notizia fu data alla moglie a guerra terminata, a cui il cappellano portò i pochi effetti personali. Bernardo Sartorio venne sepolto nel cimitero di Baumholder; successivamente fu riesumato e la salma traslata a Francoforte sul Meno nel cimitero militare italiano. L’anno scorso, finalmente, si è concretizzata la possibilità di riportarlo in Italia, dove adesso può finalmente riposare tra i suoi amati monti. «Bernardo Sartorio è un eroe del nostro tempo, uno dei tanti che pagò con la vita il suo servizio all’Italia – commenta , sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca – adesso che le sue spoglie sono rientrate in Italia, potrà finalmente riposare nel piccolo cimitero di Graglio; mi stringo forte a tutti i familiari».

Sabato tutto il paese rivivrà un pezzo della sua storia che non può e non deve essere dimenticata. «A Cicci, com’è conosciuta, lassù, vada il segno più alto e profondo di vicinanza che l’amministrazione comunale attribuisce a uno dei suoi figli migliori – prosegue il sindaco – noi, alla vigilia del IV Novembre, ci inchiniamo riconoscenti a chi ha saputo darci una lezione di vita, per regalarci un’Italia unita, libera e affrancata per sempre da ogni barbarie nazifascista».