Dal sì al nì. In un incontro tutte le sfumature del referendum

Nella sala consiliare dibatteranno di autonomia Stefano Galli, Giorgio Ginelli e Alessandro Alfieri

Referendum per l’autonomia, questa sera ad Angera il primo dibattito tra le varie ragioni. Il PD Alfieri rappresenta la posizione dell’«autonomia anche senza referendum», dopo che Maroni aveva esternato i suoi dubbi sui «sindaci del Pd, che si dicono favorevoli. Ma io non mi fido mica tanto».

Il primo “match” della campagna elettorale per la consultazione del 22 ottobre si terrà questa sera alle 21 nella sala consiliare del Comune di Angera, promosso dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco . Sarà un incontro pubblico per informare la cittadinanza sul Referendum del 22 ottobre prossimo – spiega il sindaco di Angera Paladini Molgora – in questo incontro si vogliono conoscere dai relatori le ragioni che hanno portato a questo referendum, le diverse opinioni tra chi convintamente ha scelto il sì e chi non la pensa alla stessa maniera. Soprattutto interessa sapere quali potrebbero essere le ricadute positive o negative per il nostro territorio dei laghi, che presenta una evidente vocazione turistica, in una cornice paesaggistica e ambientale di pregio, che va rispettata e valorizzata».

In campo ci saranno infatti tutte le sfumature dei favorevoli all’autonomia, dal Sì al “nì” al referendum voluto fortemente dal presidente leghista di Palazzo Lombardia. A partire dalla voce autorevole del relatore della proposta di consultazione, il professor , consigliere regionale della Lista Maroni ed “erede” morale e spirituale del professor , per passare a quella dei sindaci per il Sì, portata al tavolo dal promotore del comitato degli amministratori locali della provincia di Varese, il sindaco di Jerago con Orago ,

fino alla posizione dell’«autonomia anche senza consultazione» espressa dal consigliere regionale del Pd . Domenica sera a Somma Lombardo il governatore di Regione Lombardia aveva sostenuto la necessità di «convincere i cittadini lombardi ad andare a votare», criticando la posizione assunta dal Pd lombardo, che in consiglio regionale aveva votato contro al referendum (mentre invece con il centrodestra si erano espressi i Cinque Stelle). «I sindaci del Pd dicono di essere a favore, ma io non mi fido mica tanto – ha sostenuto il governatore di fronte ai militanti del Carroccio – a chi dice che la trattativa con Roma si poteva avviare anche senza consultazione, rispondo che questa partita si vince solo se si ha potere negoziale. Finora a Roma ci hanno sempre risposto con sufficienza alle richieste di autonomia, ma se andiamo con il peso del voto della maggioranza del popolo lombardo e veneto, Gentiloni non potrà più dirci di tornare a casa, perché stavolta mandiamo a casa lui».