Il mistero dei bimbi sepolti in chiesa. Le indagini con il nuovo laboratorio

La novità dell’ultima campagna scavi è una struttura inserita proprio all’interno della chiesetta di san Biagio a Cittiglio

– Un team di antropologi e archeologi sta cercando risolvere un mistero legato alla chiesetta romanica di san Biagio a Cittiglio. La domanda a cui gli studiosi dell’Università dell’Insubria di Varese e della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia stanno cercando di trovare una risposta riguarda le sepolture di bambini avvenute tra il VIII e il XVI secolo, sia all’esterno che all’interno della chiesa.

Gli studiosi stanno conducendo l’indagine dell’area cimiteriale che in pochi anni di scavi ha restituito numerosissimi reperti scheletrici di varie epoche. La chiesa di San Biagio è oggetto da tempo di studi, anche grazie alla parrocchia di Cittiglio e ai volontari del Gruppo Amici di San Biagio, presieduto da Antonio Cellina, che negli anni ha raccolto fondi per finanziare i lavori di restauro.

Gli ultimi scavi in corso, ripartiti a maggio e luglio 2017, hanno portato alla luce dodici tombe che si vanno ad aggiungere alle quaranta sepolture già scoperte dall’inizio del 2006. La novità di questa ultima campagna di scavi 2017 è che per la prima volta è stato istituito, dentro la chiesetta, un vero e proprio laboratorio di Antropologia Fisica, per lo studio direttamente sul sito, dei reperti ossei trovati.

Durante la campagna 2017, studenti di medicina, tirocinanti di biologia e di scienze motorie, in particolare del corso di “antropologia fisica” e dottorandi in medicina clinica e sperimentale, si sono alternati in piccoli gruppi per procedere a un’opera di studio e catalogazione dei reperti ossei ritrovati. «Si tratta di un modello di ricerca molto valido che ci piacerebbe fosse esportato anche altrove – spiega , tecnico del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita, che collabora con Ilaria Gorini, docente di Storia della Medicina – Stiamo cercando di capire quanti individui siano stati sepolti; è un sito ricco di reperti. Oltre gli scheletri abbiamo ritrovato alcune monete e pochi altri oggetti di corredo».

Uno studio molto interessante anche dal punto di vista antropologico, visto il ritrovamento di numerosi infanti, sepolti in modalità molto particolari.