La Lega luinese contro Taldone. «Sul valico cerca solo visibilità»

Scontro in consiglio a Luino sulla chiusura della frontiera di Cremenaga: «Decisione che non danneggia i frontalieri»

Polemica a Luino sulla delicata questione della chiusura notturna, per motivi di sicurezza, del valico di Cremenaga da parte delle autorità svizzera.

Martedì sera, l’argomento sarà affrontato in consiglio comunale a Luino, visto che il consigliere di minoranza (Forza Italia) ha presentato una mozione dove chiede all’assemblea civica di censurare la decisione elvetica. Una polemica politica che investe anche la Lega Nord che con il consigliere regionale si è detto favorevole alla scelta operata dalla Svizzera. A prendere posizione sull’argomento sono due esponente di peso del Carroccio luinese come il vicesindaco e il presidente del consiglio comunale . «Il documento proposto a approvato dalla Svizzera risale al 2014, quindi ben tre anni fa – sottolineano in una nota Casali e Cataldo – il consigliere Taldone si è accorto del problema solo adesso all’inizio delle campagne elettorali, cogliendo l’occasione per fare anche una breve apparizione televisiva?».

L’associazione dei Frontalieri Ticino si è detta nettamente contraria alla chiusura del valico, perché non è in questo modo che si garantisce la sicurezza, ma si mettono soltanto i bastoni tra le ruote ai lavoratori italiani. «I frontalieri non sono coinvolti per le loro necessità dagli orari di chiusura dei valichi dalle 23 alle 5 – proseguono i due leghisti – la libera circolazione è garantita dalla Svizzera perché ci sono valichi aperti a pochi minuti di distanza, tanto è vero che nessun frontaliere ha mai lamentato la perdita della giornata lavorativa a causa della chiusura del valico di Cremenaga».

Anche il Carroccio luinese conferma insomma di essere favorevole alla decisione svizzera, per l’appello simbolico lanciato all’Italia sul tema immigrazione. «Come Lega Nord siamo da sempre al lavoro per tutelare il nostro territorio e i nostri frontalieri, anche quando per farlo serve dire un no politicamente difficile come questo – dichiarano Casali e Cataldo – un no che non punta all’apparenza per raccogliere consenso facile ma che deriva da un’analisi profonda della questione che sappiamo essere la scelta migliore per i nostri cittadini. Certo è più facile proporsi come difensori di chissà cosa e sbraitare contro uno Stato sovrano; per proteggere i nostri frontalieri non c’è niente di più sbagliato che alzare i toni contro la Svizzera. Noi vorremmo che il nostro governo non li tartassasse con imposizioni fiscali assurde e che smettesse di rendere il nostro Paese un colabrodo».