Lea e Daniele commuovono Cunardo: «Vivi grazie a voi»

Cittadinanza onoraria ai due fratelli ebrei che il paese nascose dai nazifascisti

È stato davvero molto difficile trattenere le lacrime di commozione ieri mattina a Cunardo, dove si è svolta la cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria a e , due fratelli ebrei che rimasero nascosti per un anno e mezzo in una casa in paese, tra il 1943 e il 1945, riuscendo così a sfuggire alle persecuzioni nazifasciste.

Ieri mattina, Lea e Daniele che abitano a Gerusalemme e che hanno rispettivamente 78 e 74 anni, sono tornati dopo 74 anni a Cunardo; una storia incredibile, portata alla luce dal “ciclista della memoria” varesotto , che ha incontrato i Nissim la scorsa primavera durante il suo viaggio in bici in Israele e che ieri, visibilmente emozionato, ha raccontato alle tantissime presenti in municipio a Cunardo.

«La tragedia della Shoah è qualcosa che è ancora dentro ognuno di noi – hanno detto Lea e Daniele – oggi però siamo contenti di poter raccontare la nostra testimonianza e non possiamo che ringraziare , chi ci ha ospitato per diciotto mesi e la comunità di Cunardo ai quali dobbiamo le nostre vite».

I Nissim, originari di Padova, sono riusciti a salvarsi grazie non solo a Marrone e a Sala, ma anche dal silenzio della comunità di Cunardo, che per un anno e mezzo ha protetto l’intera famiglia, ospitata in una casa che si trova in centro al paese, senza che nessuno facesse la spia. Abitazione che è stata riconosciuta e visitata da Lea e Daniele, al termine della cerimonia e dell’incontro avuto con gli studenti delle scuole del paese.

Commosso anche il sindaco di Cunardo ; «impossibile non commuoversi, soprattutto dopo aver sentito le prime parole di Daniele Nissim, il quale stringendomi la mano mi ha detto che Cunardo gli ha salvato la vita» ha affermato particolarmente emozionato il primo cittadino.

Alla cerimonia erano presenti i vertici della Provincia di Varese, il presidente , il suo vice e il consigliere e assessore comunale a Cunardo .

«Mi sento molto vicino alla storia di Lea e Daniele, perché io ho avuto un nonno che ha perso la vita proprio in un campo di concentramento» ha ricordato Vincenzi. «Dopo molti anni è bello accogliere Daniele e Lea, che hanno potuto tornare qui con i loro nomi veri a raccontare a noi e agli studenti la loro importante e toccante testimonianza» le parole di Bertocchi.

Presente anche il consigliere regionale , il quale ha sottolineato «l’importanza di aver dato l’opportunità agli studenti di ascoltare i fratelli Nissim».