L’ex geloso la minacciava di morte. A Luino un inferno violento durato sei anni

L’uomo ieri è finito davanti al giudice: chiesta una pena di un anno e sei mesi

– Botte alla compagna per sei anni. Poi, quando lei lo lascia, iniziano gli atti persecutori. Chiesta una condanna a un anno e sei mesi per l’ex violento. La richiesta è stata pronunciata ieri mattina dal pubblico ministero d’udienza davanti al giudice monocratico di Varese .
Nella requisitoria il pm ha ripercorso le tappe salienti di una relazione ad alto tasso di gelosia, sospetti infondati e violenza. Sul banco degli imputati è finito un uomo di 46 anni accusato per aver maltrattato per sei anni la sua compagna. Tutto ha inizio nel 2004 a Luino. A Luino, infatti, viveva la coppia prima che la donna, sei anni più tardi, riuscisse a separarsi dal quarantaseienne più che manesco.

Il pubblico ministero ha infatti ricapitolato le aggressioni più violente subite dalla vittima presunta. L’ex in due occasioni cercò di strangolarla, stringendole le mani al collo con forza e picchiandola con pugni violenti ai fianchi e alla testa. In un’altra occasione la donna fu minacciata di morte con un coltello: si ritrovò la lama puntata alla gola.
Poi, una volta terrorizzata la compagna, il quarantaseienne ancora una volta la picchiò con pugni violentissimi. In un altro frangente l’aggressione fu così violenta, secondo l’accusa, da arrivare a spezzare un dito alla presunta vittima. Gli episodi sono tutti refertati; la donna dovette ricorrere spesso a cure ospedaliere dopo aver subito le “attenzioni” dell’allora compagno.

La ex veniva accusata di essere una poco di buono, veniva accusata di averlo tradito; accuse del tutto infondate. Il quarantaseienne viveva in preda a una gelosia ossessiva e immotivata che sfogava sulla compagna a suon di pugni. Bastava che la donna salutasse un altro per farlo esplodere con conseguenze estremamente dolorose per la vittima. E’ il 2010 quando finalmente la donna decide di dire basta. Sei anni di botte e maltrattamenti, sei anni passati nella paura con la tentazione di giustificare addirittura di addossarsi delle responsabilità

per l’atteggiamento del compagno. Nel 2010 lei finalmente trova il coraggio necessario a lasciarlo. E lui da picchiatore si trasforma in stalker. Dodici mesi durante i quali lui la segue, le si apposta sotto casa, la minaccia con telefonate e sms continui a ogni ora del giorno e della notte. Tanto che lei, come ha dichiarato, aveva il terrore di uscire. Ieri è arrivata la richiesta di condanna. Il 20 aprile ci sarà la sentenza.