Mille fiaccole per l’ospedale. «Noi, piccoli ma importanti»

Mamme, sindaci e amministratori in corteo. E la solidarietà arriva anche dalle regioni vicine

Mille fiaccole illuminano il crepuscolo di Angera: cittadini, sindaci, un parlamentare. Tutti uniti, un solo grido: «L’ospedale non si tocca». Una fiaccolata partecipata da tutto il territorio quella che alle 16.30 di ieri si è mossa da piazza Garibaldi sino all’ospedale Ondoli. Una sola richiesta, anzi due: «Riaprire i reparti chiusi, Pediatria e Punto nascite, e potenziare una struttura necessaria a 50 mila persone».

Tra i partecipanti anche alcune mamme piemontesi: «Dopo il depotenziamento, anzi la morte dell’ospedale di Arona, noi abbiamo trovato in Angera un punto di riferimento. Non possono toglierci anche questo». Insieme hanno sfilato le mamme pasionarie che da un mese sono in presidio nella Pediatria chiusa, i sindaci di Angera, Ispra, Somma Lombardo, Ternate, Taino, Mercallo, Osmate, Ranco, Cadrezzate,Vergiate, l’assessore ai servizi sociali di Sesto Calende e la capogruppo di minoranza a Ispra. In sintesi tutto il territorio di riferimento e non solo.

Presente alla fiaccolata l’onorevole del Movimento 5 Stelle : «Mi rivolgo direttamente al ministro della Sanità Beatrice Lorenzin: il territorio ne ha bisogno i reparti vanno riaperti subito. Il loro gioco è chiaro ed è stato smascherato: vogliono privatizzare la sanità. Come con la guardia medica: ci sono già delle cooperative pronte. Non lo permetteremo. La salute pubblica è un diritto dei cittadini: lo difenderemo». Alla fiaccolata erano presenti il simbolo della lotta: i bambini. Bellissimi. Tutti di età inferiore ai 10 anni.

Una sola voce: «L’ospedale non si tocca». Perchè? «Perchè noi siamo nati qui e l’ospedale non si tocca. Per tutti gli altri bambini». E poi le mamme. Le mamme ribelli che hanno fatto il giro d’Italia. Le mamme in presidio, le nostre mamme combattenti. È mamma Alice a leggere una lettera aperta firmata da tutte: «Questo appello vuole essere un’esortazione ancora più accorata, una lettera aperta a tutti, ma con messaggi particolari, che vorremmo fossero davvero ascoltati,

letti, compresi. Alle istituzioni, ma in particolare al Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, al Governatore della Regione Lombardia, Roberto Maroni, all’Assessore al Welfare, Giulio Gallera mandiamo il messaggio più forte: a metà gennaio vi incontrate e magari avrete già la risposta da darci, magari troverete anche il tempo per passarvi la palla e giocare con le responsabilità dell’uno o dell’altro. Eppure confidiamo ancora nella vostra coscienza, perché la storia delle mamme “ribelli”, che presidiano l’ospedale di Angera, è una storia di coscienza e di valori umani – legge mamma Alice – Presidente Maroni, Assessore Gallera, Ministra Lorenzin: la vicenda di Angera, del piccolo ospedale Carlo Ondoli, troppo piccolo per avere potenti protezioni politiche, magari non rientra tra le vostre priorità. Anzi ne siamo certi: perché qui non vincono i numeri e le vostre statistiche, ma prevalgono le persone. Vi sembriamo troppo piccoli per interessarvi davvero. Ma siamo qui a ricordarvi che siamo importanti anche noi».
E alle mamme ha rivolto il suo grazie il sindaco di Angera a nome di tutti i sindaci: «Siete riuscite a smuovere l’alta politica. Quella che ha ignorato le nostre lettere e i nostri appelli. La sanità non ha bisogno di sistemi, va bene così. Deve rispondere alle esigenze del territorio». E il sindaco di Somma Lombardo ha aggiunto: «Porto la voce di un altro distretto. Il vostro abbraccio materno deve salvare Angera».

Il video della fiaccolata: