Dieci anni fa il 4 luglio 2012 è stato giorno eccezionale per la scienza: il Cern di Ginevra annunciò al mondo la scoperta del bosone di Higgs, ossia la cosiddetta ‘particella di Dio’, grazie alla quale ogni cosa ha una massa.
Gli esperimenti del 2012 ne hanno di fatto non solo dimostrato l’esistenza, ma anche osservato la ‘trasformazione’ (decadimento) del bosone di Higgs in particelle a cui conferisce la massa. Secondo quanto previsto negli anni Sessanta dal fisico britannico Peter Higgs, è grazie al bosone di Higgs – a cui i fisici davano la caccia da molti anni – che le particelle cominciano a interagire fra loro e, rallentate dall’attrito, non viaggiano più alla velocità della luce e acquisiscono una massa.
Il bosone di Higgs ha dimensioni comprese fra 125 e 126 miliardi di elettronvolt. È la particella che conferisce una massa a tutte le altre particelle, e quindi in qualche modo dà ad esse l’esistenza in quanto oggetti materiali. Questa è la sua potenza «divina».
E da qui il suo secondo nome: particella di Dio. Per cercare di semplificare le cose, ecco come hanno cercato di spiegare a chi non capisce niente di formule e di fisica coloro che invece hanno passato decine di anni a cercarle questa micro-particella.