20 DOMANDE A… Luca Marsico. «Al mio segnale scatenate l’inferno»

Le nostre interviste “particolari” continuano, e oggi ci portano dal noto avvocato varesino

Nessuno, il mio nome è già così corto.


52 anni, con orgoglio.


Avvocato e non mollo.


Profondamente di mia moglie e dei nostri tre bambini.

Sì lo ammetto, sono interista anche se non sempre è una fortuna.


Tutto ciò che è a base di verdure, pasta compresa.

Da qualche mese ho ripreso a correre e da allora corro, corro, corro…


Sono di centrodestra da sempre ma ho grande rispetto per la sinistra vera e, un po’ meno, per quella “ciarliera” e “salottiera”.

Per me la vacanza è al mare.

Formaggio e verdura.

Un buon vino rosso a cena, con gli amici.

Il cellulare e le idee chiare su quello che sarà la mia giornata.


Al mare con la famiglia ma adesso che i bambini stanno crescendo anche itinerante.


Varese, la città in cui lavoro e a cui devo moltissimo, dove vivono persone serie e laboriose e dove la salvaguardia dell’ambiente e lo sviluppo industriale cercano, da sempre, di convivere con alterne fortune.


Riuscire a correre la maratona di New York ma in realtà mi accontenterei di molto meno ma se si sogna, si sogna in grande!


A 17 anni con entusiasmo ma poca consapevolezza.

Il vicebrigadiere dei Carabinieri Salvo D’Acquisto che il 23 settembre del 1943 sacrificò la propria vita per salvare quella di un gruppo di civili durante un rastrellamento delle truppe naziste durante la seconda guerra mondiale. Un esempio formidabile.

Lo devo ancora leggere ma, uno significativo è senz’altro un vecchio libro di Luciano Soldan, “Ragazzi al laccio” , mi ha fatto capire il dramma della droga e l’importanza della prevenzione nei giovani.

“Notte prima degli esami “ di Antonello Venditti riesce, ogni volta, a farmi rivivere l’atmosfera del mio esame di maturità scientifica al Ferraris di Varese; per quanto riguarda invece il film, senza ombra di dubbio, “Il Gladiatore” di Ridley Scott di cui conosco a memoria moltissime battute.

Oltre all’augurio forse banale ma, mai scontato, di salute e prosperità, la speranza è che agli ultimi venga riconosciuta la loro dignità di persone e che ai più fragili vengano dati gli strumenti necessari per trasformare un problema in opportunità.