Ieri sera, mercoledì 2 ottobre, 350 piccoli esemplari di gambero di fiume autoctono (Austropotamobius pallipes) sono stati rilasciati dai tecnici di ERSAF in un corso d’acqua all’interno del Parco Campo dei Fiori, ambiente ritenuto idoneo per la sopravvivenza e lo sviluppo di questa specie. Questi giovani gamberi, allevati presso il centro di riproduzione di Prim’Alpe, situato a Canzo (Como), fanno parte di un’importante iniziativa di conservazione che mira a contrastare la drastica riduzione della popolazione del gambero di fiume autoctono, ormai a rischio di estinzione.
Tra i principali fattori che minacciano questa specie vi sono l’alterazione degli habitat naturali dei corsi d’acqua, causata dalla modifica della loro morfologia, dall’inquinamento e dal deterioramento della qualità chimico-fisica delle acque. Inoltre, il regime idrologico alterato contribuisce a peggiorare la situazione. Tuttavia, la minaccia più grande per il gambero di fiume autoctono è rappresentata dalla presenza di gamberi alloctoni invasivi, che competono per le risorse e trasmettono la temibile peste del gambero, una malattia per la quale l’Austropotamobius pallipes non ha difese.
Il ripopolamento si inserisce nell’ambito del progetto LIFE NatConnect2030, che prevede una serie di azioni concrete per la protezione e la tutela della biodiversità. Questo progetto ha come obiettivo principale il mantenimento e il ripristino delle popolazioni autoctone di specie minacciate, in modo da favorire un equilibrio ecosistemico sostenibile e ridurre l’impatto delle specie invasive. L’introduzione di questi giovani esemplari rappresenta un passo importante nella lotta contro l’estinzione del gambero di fiume, e si spera che la loro reintroduzione possa contribuire alla rigenerazione di una popolazione vitale e autosufficiente nei corsi d’acqua della zona.
Gli interventi di ripopolamento non solo mirano a preservare la specie, ma puntano anche a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della salvaguardia degli ecosistemi fluviali e della biodiversità. In questo senso, la protezione del gambero di fiume si collega a un più ampio impegno per la conservazione degli ambienti naturali e della vita selvatica, minacciati da attività umane e cambiamenti climatici.
Questa azione di ripopolamento è parte di una strategia più ampia per combattere la perdita di biodiversità in Lombardia, in linea con le direttive europee sulla protezione della fauna e della flora selvatiche. Grazie all’impegno di ERSAF e alla collaborazione tra enti locali e organismi scientifici, si cerca di contrastare le minacce e favorire il recupero delle specie in via di estinzione, preservando al tempo stesso l’equilibrio degli ecosistemi locali.