Bruxelles, 14 giu. (Apcom) – Non potrebbero essere più diversi, e con programmi e visioni diametralmente opposti, ma sono ‘condannati’ a tentare l’esperienza di un’alleanza di governo. Il Belgio, all’indomani delle elezioni, è in mano a una ‘strana coppia’: le elezioni le hanno vinte al Nord il separatista e nazionalista fiammingo Bart De Wever, politicamente ispirato dal pensiero ultra conservatore di Joseph De Maistre e liberista in economia; e al Sud il socialista francofono Elio Di Rupo, figlio di un minatore abruzzese immigrato in Vallonia per fare il minatore, un uomo di sinistra ‘tradizionale’, che crede nel ruolo sociale e redistributivo dello Stato, nel dovere del solidarismo e nella necessità di regolare il mercato e di stimolare l’economia per creare occupazione.
Potranno trovare un’intesa di governo, un programma condiviso non solo sulle riforme dello Stato da negoziare, ma anche sulle politiche da attuare nella sfera economica e sociale? E’ la domanda più frequente che si pongono la stampa fiamminga e quella francofona, e le due diverse opinioni pubbliche che costituiscono, senza integrarsi, questa nazione sempre più ‘artificiale’, almeno agli occhi degli osservatori esterni.
Oggi pomeriggio i due leader sono andati entrambi da re dei belgi, Alberto II, per consultazioni su come iniziare i negoziati per il nuovo governo; ed è molto probabile, sebbene la dovuta discrezione che circonda questi colloqui non permetta di confermarlo, che De Wewer abbia indicato al sovrano la sua disponibilità a tentare l’avventura con il leader socialista, sapendo che anche di Rupo avrebbe espresso, di lì a poco, la stessa posizione di apertura. (Segue)
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