CAVARIA CON PREMEZZO L’illuminazione pubblica la pagano i cittadini. Certo: con i proventi di tasse e imposte, il municipio copre anche i costi dei lampioni. Discorso diverso se questi sono collegati al contatore di una palazzina e i pagamenti finiscono dritti tra le spese condominiali.
Succede a Cavaria, ai residenti dei palazzi realizzati tra le vie Matteotti e Ferrari. Condomini costruiti nell’ambito del piano integrato di intervento dell’ex Filiberti, quello per cui la vecchia amministrazione di Ruggero Busellato avviò
la dismissione della vecchia area industriale: consentì la riconversione residenziale e ottenne, in cambio, la costruzione di un nuovo municipio.
I lavori per la casa comunale, però, sono fermi da un paio d’anni, così come quelli per l’ultimazione delle ultime due palazzine. Situazione dovuta «alla pessima gestione dell’impresa appaltante l’intero complesso residenziale e allo scarso interessamento delle istituzioni pubbliche locali», si legge nel testo di una petizione che i residenti della zona stanno sottoscrivendo per poi inviarla al sindaco Alberto Tovaglieri.
Nel documento si chiede che l’amministrazione si attivi per realizzare l’illuminazione pubblica «dei due parcheggi pubblici e della parte cieca di via Ferrari, che coincide con l’ingresso di due dei tre condomini». Sì, perché oltre a pagarsela da soli, i residenti convivono con un sistema di lampioni, come dire, ‘”artigianali”. Si tratta di pali di legno con una lampada alogena in cima. Situazione normale in un cantiere destinato a chiudere a breve; scandalosa se gli operai, almeno da un paio d’anni, non si fanno più vedere.
Oltre al danno, la beffa: gli abitanti dei palazzi dell’ ex Filiberti si vedono addebitare tra le spese condominiali i costi dell’illuminazione sulla pubblica via. Spese che «l’impresa appaltante, nonché proprietaria di diversi millesimi del lotto C, non paga da oltre un anno». I condomini hanno fatto emettere un decreto ingiuntivo, visto che l’esposizione ha superato i 16mila euro.
e.romano
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