Istanbul, 11 set. (Apcom) – La Turchia andrà alle urne domani per il referendum sulla riforma della Costituzione, in un clima politico incandescente. La consultazione si è pian piano trasformata in un vero e proprio voto di fiducia al governo di Recep Tayyip Erdogan, che in vista delle elezioni politiche del prossimo anno sulla riforma punta tutto, rischiando di dover affrontare un voto anticipato nel caso di vittoria del ‘no’. Il referendum va parzialmente a modificare la costituzione del 1982, figlia del golpe militare del 1980 e di cui, con una drammatica coincidenza, il 12 settembre cade il trentesimo anniversario.
La maggioranza islamico-moderata presenta il voto come un’occasione unica per uniformarsi alle normative europee. Posizione condivisa da Bruxelles, che ha ribadito il suo sostegno alla riforma. Per l’opposizione invece è una scorciatoia per liberarsi della magistratura e dei militari (da sempre scettici nei confronti dell’esecutivo al potere), limitandone le sfere di influenza.
I sondaggi sono quanto mai incerti. Se fonti vicine all’Akp danno il ‘sì’ vincente con il oltre il 60%, alcuni autorevoli media prospettano una vittoria sul filo del rasoio, o addirittura un pareggio. Per l’approvazione serve il 50% più uno dei votanti. Visti i quesiti in gioco e l’intensa campagna messa in campo dal governo, si prevede un’affluenza molto alta. Per il premier Erdogan, una vittoria con uno scarto minimo – del 2-3% – non sarebbe comunque un risultato positivo.
Mao
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