Bruxelles, 18 giu. (Apcom) – Bruxelles, 18 giu. (Apcom) – Il commissario europeo alla Salute e protezione dei consumatori, il maltese John Dalli, si è detto oggi “sorpreso” per la polemica in Italia a proposito di quella che la stampa definisce come la ‘guerra dell’Ue alla Nutella’, e ha risposto alle critiche, spesso infondate o disinformate, alle normative europee.
“La Commissione non impone i profili nutrizionali ai cibi”, ha spiegato Dalli. “I ‘profili’ – ha puntualizzato il commissario – entrano in gioco solo se le industrie decidono di reclamizzare il loro prodotto con un messaggio nutrizionale o salutistico”.
Nei giorni scorsi la Ferrero, produttrice della popolare crema da spalmare alle nocciole, ha sparato a zero contro una serie di disposizioni previste dalle norme Ue sull’etichettatura alimentare (in via di ridefinizione, con un regolamento che è stato approvato ieri dall’Europarlamento in prima lettura), e soprattutto contro il regolamento sulle indicazioni nutrizionali e salutistiche, approvato nel 2006 e già in vigore, ma con una parte ‘tecnica’ ancora da completare sui cosiddetti ‘profili nutrizionali’.
I profili nutrizionali, in particolare, sono fortemente osteggiati dalla Ferrero e da gran parte dell’industria alimentare europea, perché si teme che finiscano con i certificare i cibi ‘buoni’ e quelli ‘cattivi’ in base al contenuto di sale, grassi e zuccheri nel prodotto, che non deve essere eccessivo, restando al di sotto di specifiche soglie che andranno stabilite per ogni categoria di prodotti. E siccome i ‘profili’ rispondono a criteri di equilibrio dietetico, l’industria teme che molti alimenti che non rispettano l’una o l’altra soglia (ad esempio i prosciutti per il sale, i formaggi per i grassi, la Nutella per i grassi e gli zuccheri) finiscano con l’essere ‘stigmatizzati’ presso i consumatori e perdere quote di mercato.
In realtà, i profili nutrizionali saranno una specie di ‘benchmarking’, una tabella di riferimento, che l’Efsa (l’Autorità europea di sicurezza alimentare) userà per verificare immediatamente se siano fondate e legittime le indicazioni nutrizionali o le promesse salutistiche vantate (e spesso millantate) dai fabbricanti sulle etichette dei prodotti o nella loro pubblicità. Saranno, insomma, uno strumento di verifica e di controllo, non un ‘diktat’ da rispettare, né un’indicazione in più da aggiungere sulle confezioni dei prodotti (non è previsto che vadano in etichetta).
Insomma, ha spiegato ancora Dalli, “i profili nutrizionali e la validazione scientifica dei messaggio servono a far sì che i consumatori siano correttamente informati su ciò che mangiano e sulle sue conseguenze sulla salute, evitando che siano ingannati con indicazioni non fondate scientificamente sulle etichette o attraverso la pubblicità”. (Segue)
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