L’Aquila, 6 apr. (Apcom) – Ambulanze a sirene spiegate, provenienti da gran parte delle province laziali, dalle Marche e dalle altre province dell’Abruzzo. Elicotteri dei Vigili del fuoco e tantissime persone in cerca di uno slargo, di un giardino o semplicemente di un piazzale all’aperto. Questa è L’Aquila, distrutta dal sisma di questa notte, che sta cercando una via di fuga. Tantissime le macchine, soprattutto guidate da giovani, che se ne stanno andando in direzione di Rieti ma anche verso il mare, chi ha la fortuna di avere una casa per l’estate.
Nel raggio di venti chilometri dall’ingresso de L’Aquila sono pochissime le abitazioni e gli stabili lesionati. C’è tanta paura tra la gente ma nessuna ‘ferita’ provocata del sisma. Fabbriche chiuse, pochissimi i bar aperti e i supermercati. E’ difficile persino fare benzina per scappare lontano da questa terra che trema in continuazione: piccole scosse che però riaccendono la paura sui volti. Il cartello di benvenuto a L’Aquila segna l’inizio del perimetro dello strazio. Case nuove ancora da terminare con tanto di impalcature ai lati appiattite su se stesse.
Casette dell’Anas, dalla struttura ancora ‘fascistizzante’, aperte in due. Ma questo non è niente, racconta un gruppo di giovani che si trova a cercare rifugio nel piazzale di un bar che si chiama ‘Gustapiù’, a tre chilometri dal centro storico. Un centro che si può raggiungere quasi soltanto a piedi: è lì il cuore della tragedia. E’ lì da dove le autoambulanze partono con feriti e alcune volte anche con le vittime. Alcuni dei giovani di questo bar alle porte di L’Aquila ci dicono che se lo aspettavano.
Questo è l’inizio di una strana storia, sono tanti i cittadini a L’Aquila che questa notte prima del sisma erano ben guardinghi, non riuscivano a dormire. Perché? Semplice: da un po’ di giorni – ci dicono questi ragazzi – un presunto esperto sismologo di questa terra abruzzese aveva predetto un terremoto devastante. Questo signore è stato denunciato nei giorni scorsi per procurato allarme. Ma di fatto il terremoto è arrivato con la sua forza devastatrice. Strane coincidenze o no qui sono molti a riferire che se non c’è stata una strage enorme – anche se si parla già di 50 morti – lo si deve proprio a quella strana polemica che ha lasciato nei cittadini de L’Aquila una sorta di dubbio. Non scientifico ma molto, molto umano.
Bnc/Ber
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