Tunisi, 14 gen. (TMNews) – Ha promesso riforme. Si è impegnato ad abbassare i prezzi dei beni alimentari di prima necessità. Ha garantito libertà di stampa. Ha detto che non si ricandiderà. E ha detto di avere vietato alle forze dell’ordine di sparare sui manifestanti. Nel suo discorso di ieri alla nazione, il presidente tunisino Zine El Abidine Ben Ali ha fatto più di un passo incontro alla gente e le sue parole sono state accolte con favore da buona parte di opposizione e manifestanti. Un tentativo, il suo, di placare i moti di protesta sfociati in violenti scontri con le forze di sicurezza e l’esercito locale, e che secondo fonti indipendenti avrebbero provocato oltre 80 morti dall’inizio della rivolta del pane a metà dicembre. Le ultime due vittime, ieri sera, a Kairouan, nel centro della Tunisia, proprio mentre il presidente era impegnato nel suo discorso alla nazione.
Poche ore dopo il discorso del capo dello stato, e nonostante il coprifuoco, migliaia di persone si sono riversate in strada per celebrare la ‘svolta’ presidenziale: tra queste, certamente, numerosi seguaci del presidente ma anche molti esponenti dell’opposizione e civili in festa. “Il fatto positivo è che il presidente si sia deciso a rappresentarci”, ha spiegato Mohammed Néjib Chebbi, capo storico del Parte democratico progressista, formazione non rappresentata in Parlamento. “Questo discorso apre nuove prospettive”, ha dichiarato da parte sua Mustapha Ben Jaafar, leader del Gruppo democratico per il lavoro e le libertà, membro dell’Internazionale socialista. Le parole di Ben Ali “sono positive”, è stato invece il commento di Ahmed ben Brahim, principale esponente del Partito Ettajdid, mentre la militante per i diritti umani Bouchra Bel hadji ha evocato “un discorso storico”.
(con fonte Afp)
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