Chignolo d’Isola, 28 feb. (TMNews) – “Una sola persona non poteva fare una cosa di questo tipo, un massacro così. Yara è stata portata qui da più persone, ne sono convinto”. Il capo della protezione civile di Brembate Sopra Pietro Valsecchi piange sul luogo del ritrovamento di Yara Gambirasio, in mezzo al fango di un cmpo sperduto di Chignolo d’Isola. Piange e depone dei fiori colorati. E pochi secondi dopo il suo momento di preghiera prosegue con le sue riflessioni e dichiarazioni che oggi stanno facendo discutere e sollevano dubbi su molti giornali nazionali. “Ho detto che secondo me qualcuno non ha parlato perchè sono convinto che almeno una persona abbia visto cosa è successo qui a Chignolo. Non è possibile non accorgersi che qui qualcuno ha portato il cadavere di questa povera ragazza”.
“Non ci sono alberi, non ci sono salite nè avvallamenti particolari – prosegue Valsecchi -. Qui non si poteva non vedere e mi riferisco a tutta la gente del posto, non solo ai volontari che qui hanno cercato Yara. Non so invece, se a Brembate Sopra qualcuno sapeva: non voglio accusare nessuno”.
I volontari di altri gruppi della protezione civile sono passati dal campo incolto di Chignolo d’Isola almeno tre volte. “Non so chi sia passato, chi abbia fatto le ricerche – aggiunge Valsecchi -. Ma ora mi farò dare tutta la documentazione, perchè voglio andare a fondo. Qui l’avrebbe trovata anche un ragazzino, non c’era bisogno nè di cani nè di altri mezzi speciali per le ricerche”. Nel terreno si nota un piccolo avvallamento, creato molto probabilmente dal corpo di Yara. Un piccolo dislivello di non più di 20 centimetri. Il corpo è stato ritrovato a circa 130 metri dalla stradina sterrata che si stacca dall’asfalto di via Bedeschi, a Chignolo. “Secondo me questo non è il lavoro di una persona sola – conclude Valsecchi -. Qui hanno agito più persone. Continuo a credere ad un branco”.
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