Tunisi, 15 gen. (TMNews) – Il nuovo ordine regna sovrano a Tunisi, garantito da blindati, carri armati e filo spinato. In poche ore le gigantografie dell’ex presidente Ben Ali sono scomparse dai muri della città, senza clamore. Solo qualche negoziante ancora incerto sul futuro del paese continua a esporre i ritratti del padre padrone della Tunisia, che ora nessuno sembra mai avere veramente amato.
In periferia qualche centro commerciale continua a bruciare, è stato dato alle fiamme per distruggere il simbolo dello strapotere economico gestito dalla moglie dell’ex presidente e dalla sua famiglia Trabelsi. Qualche saccheggio è motivato dalle misere condizioni di vita dei quartieri popolari, ma alcuni incendi, riferiscono alcuni testimoni, sono stati appiccati da uomini ben vestiti arrivati a bordo di macchine noleggiate.
Dove non sono presenti le forze dell’ordine sono i cittadini che fanno la vigilanza al quartiere. La popolazione estremamente diffidente nei confronti della polizia, è invece più amichevole con i soldati che si sarebbero rifiutati di sparare sulla popolazione durante le manifestazioni. Intere famiglie, giovani e donne si fanno fotografare di fronte ai carri armati.
La popolazione è tornata a fare le provviste dopo lo sciopero di ieri. In centro non ci sono ancora negozi aperti, occorre andare ai mercati, nella periferia o alla medina, la città vecchia, per fare provviste. Davanti ad alcuni negozi ancora chiusi si forma la coda per il pane.
Ma a preoccupare il popolo tunisino non è più solo il cibo ma
soprattutto la libertà e la giustizia. Molti ragazzi per strada
pensano che la fuga di Ben Ali sia il primo passo, decisivo per
alcuni, molto meno per altri. Mentre si raccolgono le macerie
degli scontri dei giorni scorsi si ricomincia a sperare.
Sgr/Rcc
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