Gerusalemme, 23 giu. (Apcom) – La Turchia è tentata “più dall’appartenenza all’asse del male che dalla prospettiva di entrare nell’Unione europea” e “l’indifferenza dimostrata dalla comunità internazionale e il suo mancato appoggio agli Stati che combattono il terrorismo contribuiscono al processo che vede Ankara spinta nelle braccia di Haniya e Ahmanidejad”. Lo ha detto il presidente della Knesset, Reuven Rivlin, nell’Aula del Parlamento israeliano rivolgendo un saluto al presidente della Camera, Gianfranco Fini.
“L’increscioso episodio della Flottilla – ha sottolineato Rivlin – è stato imposto ad Israele. È seguito a sforzi diplomatici estesi e a svariate proposte di modi alternativi per trasmettere le forniture alla Striscia di Gaza”. Ma “invece di analizzare l’evento e gli sforzi israeliani che lo hanno preceduto, invece di individuare i veri motivi degli organizzatori ed occuparsi dei vari obiettivi della Flottilla, la maggior parte dei Paesi ha scelto di dilungarsi in discussioni esoteriche e ha preferito i propri limitati interessi ai valori che dovrebbero guidarli”.
“Israele – ha detto il presidente della Knesset – è sempre disposto a scrutare le proprie azioni e non parte dal presupposto di avere sempre ragione. Prova di ciò è il fatto che Israele ha istituito una commissione di inchiesta per gli avvenimenti della Flottilla e ha alleggerito il più possibile il blocco imposto a Gaza. Ciononostante, la maggior parte dei Paesi ha scelto di sottoporre Israele a una specie di corte marziale e di unirsi al festival di ipocrisia che si è creato intorno a Israele”.
“Di fronte alla debolezza della comunità internazionale e di fronte alla delegittimazione con cui colpisce coloro che non possono fare a meno di combattere il terrorismo – ha detto Rivlin – sorprende poco che ci siano Stati che si fanno tentare più dall’appartenenza all’asse del male che dalla prospettiva di entrare nell’Unione europea. Sorprende poco che ci siano governi disposti a cancellare i successi dei propri Stati, prendendo iniziative istituzionali atte a rinforzare una organizzazione terroristica sanguinosa e abietta. Non so quali siano le intenzioni segrete del primo ministro turco ma ne seguo le azioni. Le sue scelte non possono essere interpretate che come una nuova strategia adatta ai mutanti equilibri di forze tra i Paesi che appoggiano il terrorismo e i Paesi che lo combattono”.
Luc/Ral
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