Donazione eccellente per il Papa Giovanni

La famiglia Perolari ha donato al reparto di Nefrologia e Dialisi degli Ospedali Riuniti un microscopio e un ecografo di ultima generazione, che permetteranno di migliorare ulteriormente la qualità delle cure e di avviare un nuovo progetto di ricerca sviluppato dai «Riuniti» in collaborazione con l’Istituto Mario Negri.

Giorgio Perolari, presidente della Perofil, in occasione del centenario dell’azienda, ha voluto sostenere con una donazione d’eccellenza il nuovo ospedale di Bergamo «Papa Giovanni XXIII». La donazione è stata ufficializzata lunedì nella Sala Consiliare degli Ospedali Riuniti. Si tratta di due apparecchiature ad elevata tecnologia, destinate al reparto di Nefrologia e Dialisi diretto da Giuseppe Remuzzi, struttura di prestigio nel panorama italiano e internazionale per la diagnosi e la cura delle malattie renali e per i trapianti.

«I miei più sentiti ringraziamenti vanno alla famiglia Perolari, che da molti anni a questa parte sostiene il nostro ospedale con donazioni mirate, in grado di soddisfare esigenze concrete, che noi con le sole nostre forze facciamo a volte fatica a realizzare in tempi brevi – ha commentato Carlo Bonometti, direttore generale degli Ospedali Riuniti -. Il mio pensiero va anche a tutti i numerosi benefattori dell’ospedale che non mancano di testimoniare il proprio affetto e la sentita riconoscenza verso questa istituzione, storicamente così vicina al cuore dei bergamaschi».

«La donazione al nuovo ospedale “Papa Giovanni XXIII” è per la nostra famiglia un momento di gioia e insieme di profonda commozione – ha dichiarato il presidente della Perofil Giorgio Perolari -. Era desiderio mio e di mio figlio Alberto, che ricopre il ruolo di amministratore delegato, festeggiare il centenario dell’azienda con un gesto che fosse carico di significato: la donazione al reparto di Nefrologia e Dialisi è stata un’idea naturale e subito condivisa da tutti i membri della famiglia. Sostenere l’ospedale bergamasco è una tradizione per i Perolari, inaugurata nel ricordo del nostro fondatore Francesco Perolari».

I macchinari sono già attivi agli Ospedali Riuniti, in attesa del prossimo trasferimento nella nuova struttura ospedaliera. Si tratta di un microscopio ottico a fluorescenza, in grado di acquisire e archiviare in alta definizione e in modo automatico i risultati istologici delle biopsie, indagini essenziali per la diagnosi delle malattie renali e il trattamento del rigetto nei pazienti trapiantati. Un ecografo di nuova generazione consentirà invece di eseguire indagini diagnostiche, come le biopsie ecoguidate e il monitoraggio dell’accesso vascolare utilizzato per la dialisi, direttamente al letto del paziente, senza che il malato debba muoversi dal reparto.

«Si tratta di strumenti estremamente utili per la pratica clinica quotidiana, che andranno ad incidere molto positivamente sulla qualità delle cure – ha spiegato Giuseppe Remuzzi -. Il microscopio consentirà uno scambio efficiente delle informazioni tra gli specialisti che operano nel nostro reparto, dotato da anni della cartella clinica elettronica, e favorirà il confronto con quelli che collaborano con noi a livello nazionale e internazionale. L’ecografo invece porterà grandi vantaggi per il paziente, che non dovrà più spostarsi dal reparto per fare le ecografie, e migliorerà la precisione della diagnosi perchè, grazie all’evoluzione della tecnologia ad ultrasuoni e dei software di elaborazione grafica, offre una qualità di immagini e una facilità d’uso impensabili anche solo fino a pochi anni fa».

L’ecografo verrà utilizzato anche all’interno di un progetto di ricerca che i Riuniti stanno sviluppando con l’Istituto Mario Negri, con l’obiettivo di capire se nei pazienti trapiantati di rene gli ecografi di nuova generazione, come quello donato dalla famiglia Perolari, siano sufficienti per capire le cause di un peggioramento della funzione renale, senza dover ricorrere alla biopsia. Se così fosse, questa ricerca avrebbe implicazioni molto importanti nella pratica clinica, perché i problemi di funzionamento del rene trapiantato sono frequenti, con cause e terapie molto diverse.

«Nei pazienti trapiantati è fondamentale capire l’origine dei malfunzionamenti. Se si sbaglia la diagnosi si corre il rischio di perdere il rene o di avere danni irreversibili all’organo trapiantato – ha spiegato Remuzzi -. Al momento l’unico strumento a nostra disposizione è la biopsia, che però non si può eseguire sempre e in tutti i pazienti perchè è un esame invasivo e non privo di rischi di complicanze. Se questa ricerca ci condurrà ai risultati sperati, avremo a disposizione una metodica nuova, non invasiva, che ci permetterà di arrivare in tempo reale a una diagnosi affidabile, con un miglioramento notevole degli standard di cura dei pazienti».

Questa importante donazione non è il primo gesto di generosità che la famiglia Perolari compie nei confronti dell’ospedale e della città. Già nel 1970, per ricordare il fondatore dell’azienda Francesco Perolari, nonno dell’attuale presidente Giorgio, i suoi tre figli, Aldo, Arturo e Alfredo decisero di donare ai Riuniti di Bergamo alcuni macchinari per potenziare l’allora nuovo reparto di dialisi extracorporea. Grazie al loro sostegno, l’accoglienza fu portata da 12 a 18 letti con la possibilità di curare 36 pazienti anziché 24 (ogni macchina assicurava, infatti, la dialisi per due persone). Bergamo divenne così città d’eccellenza in campo sanitario, una delle poche in Italia e persino in Europa ad avere un reparto di dialisi tanto efficiente e ben organizzato.

Oltre al beneficio per i pazienti, la donazione Perolari costituì per gli operatori un grande stimolo a continuare a lavorare con il massimo impegno e permise di avviare un’importante attività scientifica, che negli anni ha dato ottimi risultati, riconosciuti e apprezzati a livello internazionale. Successivamente la famiglia Perolari confermò in altre due occasioni la propria solidarietà nei confronti della società bergamasca. Nel 1990 Aldo fece dono della sua collezione di sculture di arte africana per contribuire alla realizzazione del Museo Etnografico della Città.

La collocazione venne però effettuata solo dieci anni dopo la donazione stessa (quando ormai Aldo era scomparso), in collaborazione con l’Amministrazione Comunale guidata dall’allora sindaco Cesare Veneziani. Aldo Perolari offrì alla città anche il prezioso spartito originale della «Lucia di Lammermoor» di Gaetano Donizetti, che ora è conservato presso il Museo Donizettiano.

«Con la donazione al nuovo ospedale – ha concluso Giorgio Perolari – vogliamo ringraziare tutti i nostri collaboratori, che con il loro impegno e la loro dedizione ci hanno permesso di raggiungere il traguardo del centenario aziendale. Perofil crede profondamente nella responsabilità sociale dell’impresa e nell’obbligo morale degli imprenditori di migliorare il territorio in cui operano. La speranza condivisa con l’amministrazione ospedaliera è che sempre nuove realtà proseguano e diano continuità a questa catena di solidarietà a favore di tutti i Bergamaschi».

Alla conferenza stampa hanno partecipato Claudio Sileo, direttore sanitario degli Ospedali Riuniti, Leonio Callioni, Assessore alle Politiche sociali del Comune di Bergamo, Carlo Mazzoleni, presidente Confindustria di Bergamo, Matteo Zanetti, vice presidente della Camera di Commercio di Bergamo, Giuliano Mecca, primario emerito della Nefrologia degli Ospedali Riuniti e Andrea Remuzzi, direttore dipartimento Bioingegneria dell’istituto Mario Negri Bergamo.

a.ceresoli

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