Washington, 8 ott. (Apcom) – Nell’economia mondiale “più che alle guerre monetarie” sarebbe più sensato porre attenzione al “vuoto monetario” che trasmette dai paesi ricchi a quelli emergenti molti dei problemi registrati durante la crisi. E’ l’opinione di Lorenzo Bini Smaghi, membro del direttivo della Banca Centrale Europea, che nel discorso pronunciato a Washington al “Peterson Institute” ha elencato anche le principali lezioni che dovrebbero essere tratte dalle esperienze prima e dopo la crisi finanziaria.
“Molte economie di mercato emergenti o non hanno alcuna politica monetaria, perchè hanno agganciato il loro tasso di cambio alla valuta di una economia avanzata, o impongono controlli sui capitali e restringono l’uso internazionale della loro divisa. E questo – ha detto Bini Smaghi – crea delle divergenze monetarie che sono di scale molto più ampia di quelle discusse oggi, con ripercussioni globali. Dunque – sottolinea il banchiere centrale – piuttosto che parlare di ‘guerre monetarie’, che ha poco senso, bisognerebbe porre più attenzione a ciò che chiamerei ‘il vuoto monetario’ nell’economia mondiale. Il risultato di tale vuoto è che molti dei problemi registrati dalle economie avanzate prima della crisi, come livelli molto bassi dei tassi di interesse – specialmente a confronto con il tasso sottostante di crescita economica – ora stanno migrando in direzione delle economie emergenti con conseguenze potenzialmente molto critiche sia per queste economie sia per il sistema globale”. (segue)
Bol/Fva
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